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Coronavirus, isolamento anziani come precauzione: lo studio Ispi

Cornavirus: isolamento anziani? L'ipotesi Ispi

Una nuova arma per contenere i contagi da Coronavirus? L'isolamento degli anziani. Il lockdown selettivo emerge da uno studio Ispi.

Costringere all’isolamento gli anziani per via del Coronavirus, potrebbe salvare centinaia di migliaia di vite. Lo afferma uno studio dell’Ispi, ovvero l’Istituto per gli studi di politica internazionale, anticipato dal quotidiano Repubblica.

Coronavirus, isolamento anziani: funzionerebbe?

Secondo l’Ispi, una misura atta ad arginare l’emergenza Coronavirus potrebbe essere il lockdown selettivo. In questo modo, dal 50 al 98 per cento di persone non morirebbero, se si lasciasse fare all’epidemia il suo corso, evitando di chiudere tutto e tutti. “Pur con tutti i dubbi etici e le questioni politiche”, ha detto l’autore dello studio, il ricercatore Matteo Villa, “è una soluzione che crediamo debba essere presa in considerazione da subito, vista la fase grave in cui si trova oggi la pandemia”.

Evitare qualsiasi forma di lockdown, secondo Ispi, significherebbe contagiare il 70% della popolazione italiana arrivando a 42 milioni di persone affette da Coronavirus, con decessi tra i 430mila e i 700mila. “Senza contare la pressione sul sistema sanitario: è probabile che le persone che necessiterebbero di cure in terapia intensiva sarebbero circa 110mila”, prosegue l’Istituto, “neanche in quel caso il virus rallenterebbe a lungo. Ricerche recenti hanno dimostrato che la presenza di anticorpi decresce in pochi mesi, e ancora più rapidamente nella popolazione anziana”.

Isolamento anziani, mortalità dimezzata

Secondo Villa, sarebbe sufficiente l’isolamento degli anziani ultra ottantenni per dimezzare la mortalità diretta del Coronavirus, se si operasse la stessa misura per gli ultra sessantenni questa sarebbe 10 volte inferiore. “L’82% dei deceduti per Covid aveva più di 70 anni e il 94% ne aveva più di 60”, spiega,La letalità plausibile cresce esponenzialmente con l’età, uccidendo meno di 5 persone su 10mila nella fascia d’età 30-39 anni, ma oltre 7 persone ogni 100 tra gli ultra ottantenni”. In questo modo, gli over 60 sarebbero al sicuro e se anche il 70% della popolazione venisse contagiata, il numero totale di decessi previsti, con 29 milioni di positivi, sarebbe inferiore a quello registrato tra marzo e maggio 2020, durante la prima ondata di Coronavirus.

Benefici per economia e ospedali

“Anche in uno scenario di diffusa circolazione virale nella popolazione più giovane, si scenderebbe da un eccesso di mortalità diretta per Coronavirus di 460mila persone senza isolamento, a 120mila (-74%) se si isolassero gli ultra settantenni e a 43mila (-91%) se si isolassero gli ultra sessantenni”, conclude Matteo Villa.

Benefici anche per l’economia e riduzione della pressione ospedaliera sarebbero ulteriori conseguenze dell’isolamento anziani durante l’epidemia: “Un lockdown selettivo per fasce d’età permetterebbe di evitare i contraccolpi più severi. In Italia l’anno scorso 2,3 milioni di persone (il 9% della forza lavoro) erano ultra sessantenni”, specifica Ispi, “I lavoratori ultra sessantacinquenni si riducono già a 600mila (il 2,4% del totale), mentre se considerassimo solo gli ultra settantenni ci fermeremmo a circa 130mila (lo 0,5% del totale)”.