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Coronavirus, l’ordine dei medici di Torino: “Serve lockdown immediato”

protesta medici

“Serve un lockdown immediato”. Questo è quanto è stato chiesto dall’ordine dei medici di Torino al Governo.

Il sistema sanitario piemontese sta vivendo in questi giorni di seconda ondata una grande difficoltà. Il Piemonte infatti è una delle regioni più colpite dal Coronavirus e proprio in virtù dei sempre meno posti disponibili nelle strutture ospedaliere, l’ordine dei medici di Torino ha chiesto che venga instaurato un lockdown “immediato”. Si tratterebbe di una misura che gli stessi medici hanno definito impopolare, proprio a causa delle conseguenze anche economiche che potrebbe avere eppure, proprio a causa dell’aggravarsi delle situazione dei contagi l’ordine dei medici riterrebbe necessario instaurare nell’immediato un lockdown.

Coronavirus, l’appello dei medici di Torino

“A fronte delle numerosissime richieste e segnalazioni arrivate nelle ultime ore da medici ospedalieri e da medici di medicina generale, l’ordine ritiene sia assolutamente necessaria l’istituzione immediata di un nuovo lockdown, a causa dell’aggravarsi dell’emergenza sanitaria in corso”. Questo l’appello lanciato dall’ordine dei medici di Torino che sta vivendo in questi giorni di seconda ondata un periodo di criticità proprio a causa delle tantissime segnalazioni che arrivano ogni giorno, come dichiarato dal presidente dei medici di Torino Guido Giustetto.

Il presidente dei medici Giustetto ha poi proseguito evidenziando come questo provvedimento nonostante tutto sia necessario: “Siamo pienamente consapevoli delle conseguenze economiche, sociali e psicologiche che può provocare per tutte le persone un nuovo lockdown. Si tratta di un provvedimento che causa enormi disagi e che, pertanto, rappresenta davvero una soluzione estrema, per cui chiediamo al Governo di mettere in atto tutte le forme di aiuto e sostegno possibili“. Un provvedimento quindi da prendere in quanto prima in quanto il servizio sanitario potrebbe non essere più in grado di garantire i servizi già offerti ai cittadini.