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Zangrillo: "Clima descritto dalla stampa non è realistico"

Alberto Zangrillo

Le parole di Alberto Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione all'ospedale San Raffaele di Milano.

Alberto Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano e prorettore dell’Università San Raffaele, è stato in collegamento con il Tg4, per fare una nuova fotografia della situazione che sta vivendo l’Italia in questo momento a causa del Coronavirus. Il messaggio che ha voluto dare ancora una volta il professore è di positività.

Le parole di Alberto Zangrillo

Il professore ha voluto sottolineare gli errori della stampa, che secondo lui sta descrivendo un clima che non è realistico. “Quando si parla di migliaia di contagi si presuppone che queste persone siano malate, in realtà sono persone venute a contatto con il virus” ha precisato Alberto Zangrillo. Secondo lui, la scena che gli appare ben chiara davanti agli occhi ogni giorno nel suo ospedale non è affatto uguale a quella che viene descritta dalla stampa, anche perché se così fosse sarebbe davvero la fine. “Non è così. In questo momento noi abbiamo una situazione che è completamente diversa da quella che state, stanno, tutti narrando” ha spiegato Alberto Zangrillo, sottolineando la grande differenza tra la situazione in Italia e quella negli altri Paesi europei. Nelle altre Nazioni, come sottolineato dal professore, sta accadendo qualcosa di più grave in fatto di numeri, ma lo stanno affrontando con un maggior senso di responsabilità e con i nervi saldi.

Zangrillo ha spiegato che il 60% delle persone che arrivano in ospedale sono in cerca di alloggio, di un risultato di positività o meno. Si tratta di persone che potrebbero restare a casa invece di andare al pronto soccorso. Il 70% delle persone arriva in ospedale in codice verde, ma dovrebbero rimanere a casa in isolamento. In Lombardia, solo una minima parte dei pazienti arrivano in ospedale con un quadro più impegnativo. La situazione è ben diversa da marzo e Zangrillo ha voluto sottolineare che “chi la paragona a marzo vuol dire che non ha vissuto la situazione a marzo“. La situazione deve essere affrontata con metodo, nervi saldi e razionalità. Zangrillo ha spiegato che un lockdown generalizzato, senza tenere conto delle differenze epidemiologiche, degli accessi al pronto soccorso e dei pazienti dimessi, non ha alcun senso. Il professore pensa che si debbano adottare misure proporzionate ad una situazione che va avanti ma non è così drammatica.