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Seconda ondata, se rispettasse durata bimestrale durerà fino a Natale

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Mentre i medici esprimono preoccupazione per la situazione negli ospedali, gli italiani si chiedono quanto durerà la seconda ondata di coronavirus.

Mentre in Italia preoccupa il costante rialzo della curva epidemiologica, dagli ospedali viene lanciato un nuovo allarme a causa dell’aumento dei posti letto occupati in terapia intensiva e dell’assalto ai Pronto Soccorso, che rendono la situazione “molto complessa”, stando a quanto spiegato dal professor Santoliquido del Policlinico Gemelli. Il virologo Pregliasco ha già avvertito sui rischi della seconda ondata di coronavirus e sulle necessità di interventi tempestivi: ma la nuova emergenza sanitaria che sta affrontando il nostro Paese quanto durerà?

I dubbi sulla seconda ondata di coronavirus

In collaborazione con Donato Greco, ex direttore generale prevenzione del Ministero della Salute, consulente Oms, il Corriere della Sera ha cercato di risolvere i dubbi che più attanagliano gli italiani, stanchi per la delicata situazione economica e sanitaria, che è troppo spesso precaria e molto poco rassicurante.

In molti lo avevano previsto: con l’arrivo della stagione autunnale la seconda ondata di Covid-19 non si è fatta attendere. Si tratta della ripresa dell’epidemia a distanza di un certo periodo di tempo dalla prima ondata. Il picco epidemico è il punto più alto della curva, quando i casi raggiungono le cifre più alte. Difficile stimare con certezza la distanza intercorrente tra un’ondata e l’altra: il rialzo della curva epidemiologica può verificarsi in più ondate e il tempo che le separa non è facilmente calcolabile.

Secondo alcuni, il picco della seconda ondata è già stato raggiunto e si aspetta ora una lieve discesa. Solitamente l’apice della curva viene raggiunto dopo 60-70 giorni dallo scoppio dell’epidemia. Nel caso della seconda ondata di coronavirus si parte da metà settembre. I numeri al momento appaiono ancora preoccupanti, ma bisognerà attendere la prossima settimana per delineare un andamento più chiaro.

Se rispettasse la consueta durata bimestrale, la seconda ondata che stiamo vivendo durerà fino a Natale 2020. Dopodiché ci si aspetta una progressiva discesa della curva epidemiologica. Tuttavia, dai medici arrivano messaggi preoccupanti. È il caso di Filippo Anelli, presidente della Federazione Ordini dei medici. Chiedendo al governo rigidi provvedimenti per far fronte all’emergenza, Anelli teme che l’ondata attuale “non sia una mareggiata, ma uno tsunami capace di travolgere il sistema sanitario. Alle sue parole hanno fatto eco i colleghi dell’Ordine dei medici di Milano e un allarme è arrivato anche da Firenze.

L’entità della seconda ondata

Nonostante i numeri siano oggi nettamente più alti rispetto a quelli registrati nei primi mesi dell’epidemia, la letalità è fortunatamente molto inferiore rispetto a quella della scorsa primavera. L’età media dei deceduti è attorno agli 80 anni e nel 95% dei casi hanno malattie pregresse. Si è ridotto il tempo tra sintomi iniziali e ricovero in ospedale e le capacità diagnostiche e terapeutiche in risposta al virus sono molto migliorate. Al momento, il 5% dei positivi costituiscono casi gravi, il 20% ha sintomi significativi e il restante 75% presenta solo lievi sintomi.

Il brusco aumento dei contagi in Italia difficilmente porterà alla cosiddetta immunità di gregge, necessaria per proteggere l’intera popolazione. Gran parte della popolazione, infatti, potrebbe non essere mai stata infettata dal Covid-19 e quindi resterebbe esposta a una nuova recrudescenza. Dalle indagini emerge che meno del 5% degli italiani hanno gli anticorpi contro questo virus. Quindi il rimanente 95% è esposto al rischio di contagio.

Le misure restrittive adottate nel nostro Paese alla luce dei Dpcm entrati in vigore contribuiscono ad abbassare la curva, ma le evidenze scientifiche sulla loro efficacia restano scarse. Nel 2021 la popolazione mondiale aspetta l’arrivo di vaccini sicuri ed efficaci, ma si teme che il loro effetto non sia immediato. Agiranno per contenere l’impatto clinico della malattia, rendendola meno grave. Tuttavia, non potranno evitare l’infezione. Inoltre, alcuni vaccini in fase di sperimentazione pare abbiano bisogno di una doppia dose per essere davvero efficaci.