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Cartabellotta: "Nuove misure insufficienti, rischiamo terza ondata"

Coronavirus Cartabellotta Sud

Secondo Nino Cartabellotta le nuove misure non sono sufficienti a limitare i contagi: soltanto un lockdown abbatte la curva al 50%.

Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta ha definito insufficienti le misure anti contagio contenute nel nuovo dpcm e lanciato l’allarme sull’arrivo di una terza ondata di contagi a gennaio parallelamente al picco delle influenze stagionali.

Cartabellotta commenta le nuove misure

L’esperto ha spiegato che la curva epidemiologica è cresciuta molto nelle ultime settimane e questo ha aumentato i casi positivi, la pressione sugli ospedali e i morti. Un incremento che lui ha collegato alla mancanza di un tracciamento sufficiente e una prevenzione territoriale adeguata. La seconda ondata, ha continuato, era prevedibile e “l’epidemia poteva essere contenuta e gestita meglio“.

Quanto alle nuove restrizioni, secondo lui sono insufficienti e arrivate in ritardo. “Solo il lockdown totale abbatte in un mese del 50% la curva dei contagi“, ha spiegato. Cartabellotta ha inoltre espresso perplessità sui 21 parametri che definiscono il coefficiente di rischio di una regione e manifestato, come già fatto dal microbiologo Andrea Crisanti, il timore che le regioni non diano dati corretti per evitare di finire in zona rossa: “I territori sono autonomi nella trasmissione dei dati per cui quanto questi siano completi e trasparenti non lo sa nessuno“.

Difficile fare previsioni, ha concluso, sui tempi delle nuove restrizioni. Gli interventi sono secondo lui stati leggeri e progressivi e le regioni hanno situazioni diverse soprattutto negli ospedali. Ciò che manca è però un progetto per il periodo natalizio e per evitare che sortisca lo stesso effetto dell’estate. “Ci aspetta un lungo inverno e senza programmazione rischiamo una terza ondata a gennaio insieme al picco dell’influenza“, ha concluso.