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Medico positivo continua a visitare pazienti a Cuneo: rischia l'arresto

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Un medico consapevole di essere positivo al coronavirus ha continuato a visitare i suoi pazienti: rischia arresto e sanzione.

Un medico di Villafalletto, comune in provincia di Cuneo, ha continuato a visitare i suoi pazienti nonostante sapesse di essere positivo al coronavirus. Le forze dell’ordine lo hanno denunciato per violazione della quarantena e, oltre a provvedimenti disciplinari (l’Asl lo ha segnalato all’Ordine dei Medici), rischia un arresto da 3 a 18 mesi e un’ammenta da 500 a 5.000 euro.

Medico positivo a Villafalletto

Tutto è iniziato giovedì 29 ottobre quando l’uomo ha ricevuto l’esito positivo del tampone effettuato il giorno prima. L’azienda sanitaria ha informato il sindaco che ha scritto al dottore invitandolo a isolarsi da subito per evitare di diffondere l’infezione. Ma lui non ne vuole sapere e venerdì 30 si è recato nuovamente nel suo ambulatorio visitando alcuni pazienti fino a quando non sono intervenuti i Carabinieri per riportarlo a casa.

Ma c’è di più. Domenica 1 novembre il medico si è recato a casa di un paziente oncologico per visitarlo e il martedì successivo si è presentato in ufficio per stampare dei documenti. Il primo cittadino lo ha quindi nuovamente contattato ordinandogli di abbandonare immediatamente l’ambulatorio dove ha continuato a esercitare la professione pur consapevole di rappresentare un veicolo di contagio per i suoi pazienti. Ha inoltre precisato che l’accesso allo studio “sarà inibito con la sostituzione delle chiavi e altre modalità di ingresso della casa di riposo San Luigi Gonzaga“. Struttura a rischio che si trova nello stesso palazzo.

Il medico ha provato a giustificare il suo comportamento spiegando che dopo aver effettuato il tampone risultato positivo ha fatto un test sierologico e un altro tampone che hanno dato esiti negativi. Non sapendo cosa fosse successo ha quindi continuato a recarsi in ambulatorio visitando i pazienti rispettando le misure. Quanto alla visita domiciliare, ha raccontato che “Mi ha telefonato il figlio di un paziente implorandomi. Il padre stava molto male e voleva il mio intervento, soltanto io potevo risolvere il problema. Ha insistito più volte, così sono andato“.