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Coronavirus, paziente positivo rimandato a casa: morto due giorni dopo

Coronavirus paziente positivo rimandato a casa

Si reca in ospedale risultando positivo al Coronavirus, ma viene rimandato a casa. L’uomo è morto dopo due giorni.

È accaduto a Torino. Un paziente positivo al Coronavirus è morto due giorni dopo essersi rivolto all’ospedale Mauriziano di Torino venendo tuttavia rimandato a casa in attesa di ulteriori accertamenti presso il medico di base. Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, in quell’occasione l’uomo pur manifestando sensazioni di malessere e dolori muscolari in tutto il corpo non aveva né febbre né tosse. Gli sarebbero stati prescritti pertanto degli antipiretici e antinfiammatori al fine di contenere gli effetti del virus. Tuttavia il decorso della patologia si fa sempre più veloce. Il giorno successivo contatta il 118, tuttavia l’ambulanza non può trasportarlo in quanto paziente Covid.

Nel pomeriggio l’uomo ritorna nuovamente in ospedale. Tuttavia questa volta è troppo tardi. Il paziente viene prima ricoverato poi il giorno successivo viene intubato, infine nel tardo pomeriggio il decesso. L’ospedale poteva fare di più? questo è l’oggetto dell’indagine da parte della procura che sta lavorando al fine di ricostruire con attenzione la vicenda. Secondo quanto riportato dall’ospedale un decorso così rapido della patologia non sarebbe stato possibile da prevedere.

Coronavirus, paziente positivo rimandato a casa

Si è rivolto all’ospedale risultando positivo al Coronavirus venendo tuttavia rimandato a casa, morendo poi due giorni dopo. Questo è quanto è avvenuto in un ospedale di Torino al quale l’uomo si è rivolto in seguito dopo aver manifestato una sensazione di malessere e dolori muscolari sul corpo. La vicenda che è avvenuta nel giorni tra il 30 ottobre e il primo novembre è venuta a galla solo in questi ultimi giorni. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica l’uomo era tra l’altro già in cura in quello stesso ospedale presso un immunologo.

L’uomo si rivolge prima al pronto soccorso accedendo con codice verde, poi la prescrizione di paracetamolo al fine di contenere i sintomi in attesa di contattare il medico di base per effettuare tutti gli accertamenti. Poi il rapido peggioramento nel giro di poco meno di 2 giorni. Il paziente ritorna in ospedale il giorno successivo, questa volta però viene ricoverato. Tuttavia per l’uomo è troppo tardi. L’uomo muore poco dopo il ricovero in terapia intensiva.

Sulla vicenda ora sta indagando la procura al fine di capire se era possibile intervenire prima sul paziente. Tuttavia la direttrice sanitaria su questo punto è chiara: ” Non era possibile prevedere un peggioramento così rapido ” – ha dichiarato la direttrice sanitaria Carmen Azzolina. Nel frattempo i parenti dell’uomo preferiscono mantenere il riserbo sulla vicenda così come dichiarato dall’avvocato Stefano Fernando Mimmo che ha presentato l’esposto in procura: “In questo momento i parenti, sconvolti per la loro grave perdita, preferiscono mantenere il riserbo e attendere che le indagini facciano il loro corso”.