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Calabresi, fate la rivoluzione contro gli azzeccagarbugli che vi governano

Saverio Cotticelli e Giuseppe Zuccatelli

Siete scesi in piazza contro il DPMC del governo Conte che vi metteva in zona rossa, perché non scendete in piazza con lo stesso impeto per chiedere finalmente una sanità che funzioni?

Succede che un incredibile reportage della trasmissione televisiva “Titolo V” su Raitre, a firma di Walter Molino, faccia scoprire ai telespettatori, e al diretto interessato, in questo caso il commissario ad acta per la sanità della Calabria, Saverio Cotticelli, che non solo la Calabria non ha un piano Covid, ma che chi doveva predisporlo, ovvero il commissario, non l’ha predisposto e non sapeva che fosse lui a doverlo predisporre.

Questo editoriale potrebbe anche finire qui, con un hashtag del tipo #vergogna. Ma voglio farmi del male e proseguire. Perché dopo la figuraccia televisiva del commissario Cotticelli lo stesso Presidente del consiglio Conte lo ha destituito – proprio lui che lo aveva nominato, ma tant’è – e ne ha scelto uno nuovo.

E allora sentite insieme a me cosa pensa del contagio, del Covid, di come ci si può infettare, il nuovo commissario Giuseppe Zuccatelli, scelto dal governo Conte per sostituire l’improbabile Cotticelli e dare finalmente alla Calabria un governo della sanità che sia efficiente.

“Le mascherine non servono a un cazzo, te lo dico in inglese stretto, ok? Se io fossi positivo tu sai cosa devi fare per beccarti il virus? Devi stare con me e baciarmi per quindici minuti con la lingua in bocca. Altrimenti non te lo becchi il virus”. Insomma per il nuovo capo della sanità calabrese il virus te lo becchi solo se limoni per minimo un quarto d’ora. Anche in questo caso potrei fermarmi qui e questa volta l’hashtag sarebbe #poveracalabria.

Invece voglio ancora farmi del male e fare un ragionamento, sempre partendo dalle evidenze. Il presidente del consiglio regionale della Calabria, Domenico Tinelli, nei giorni scorsi ha affermato: “La Calabria è stata la regione che meglio ha saputo affrontare l’emergenza Covid“. Ecco, mi verrebbe da chiedergli di pensare per lo meno a un seminario, a un workshop, a una giornata di studi per spiegare, a noi bifolchi delle nebbie lombarde tirati su a verze e lockdown, come si fa a essere la regione che meglio ha affrontato l’emergenza Covid in assenza di un piano Covid.

Secondo punto. La sanità calabrese è commissariata da quasi undici anni. Il disavanzo è di 160 milioni di euro. Com’è possibile che in tutto questo tempo questo gap non sia stato colmato? Come è possibile che negli anni non si sia sostituita, alla procedura commissariale, una assunzione di responsabilità politica nella gestione della sanità in una delle regioni più povere del Paese?

Il terzo punto su cui è doveroso soffermarsi è sui cittadini calabresi. A loro si deve solidarietà, perché non deve essere facile pagare con soldi pubblici una serie tale di incompetenti e perdigiorno e nello stesso tempo subire ritardi su ritardi, specie sui tamponi, che a Locri, per esempio, vengono spediti a Reggio Calabria per essere analizzati, perché è lì che si trova l’unico laboratorio per tutta la provincia.

Ricordo ancora un reportage che realizzai per Ballarò all’ospedale dell’Annunziata, a Cosenza. Lo sforzo dei medici era improbo, perché in quel pronto soccorso mancava di tutto, dai posti letto ai sostegni per le flebo. E così i malati stazionavano nei corridoi anche per settimane, con un via vai di familiari ad assisterli. E grazie a Dio che c’erano loro, altrimenti con la carenza di personale infermieristico non so come avrebbero fatto.

Insomma ai miei amici calabresi voglio dire questo. Siete scesi in piazza contro il DPMC del governo Conte che vi metteva in zona rossa. Vi ho sentito far casino a colpi di slogan come “qua si muore di fame”. E allora: perché non scendete in piazza con lo stesso impeto per chiedere finalmente, dopo 11 anni di commissariamento, una sanità che funzioni, un’assunzione di responsabilità da parte dei politici che avete da poco votato, un miglioramento dei servizi?

Vi voglio vedere incazzati come quando ritenevate ingiusto il lockdown nonostante un Rt, l’indice di contagio, a 1,84 e una previsione di occupazione dei posti letto in terapia intensiva superiore al 50 per cento, come ha detto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute. Fate la rivoluzione contro gli azzeccagarbugli che vi governano. Perché di questo passo prima di morire di fame rischiate davvero di morire di Covid.