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Covid, parla Brusaferro: "L'Rt rallenta ma l'Italia è ancora a rischio"

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Pur descrivendo un rallentamento dell'indice di contagio Rt, il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro classifica l'Italia come paese a scenario 3.

Nella conferenza stampa sull’andamento epidemiologico della pandemia di Covid-19, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha classificato l’Italia come paese a scenario 3, vale a dire ancora a rischio, pur descrivendo un rallentamento generale dell’indice Rt a livello nazionale:Siamo a un Rt di 1.7, con un intervallo di confidenza di 1.5“. L’Rt inoltre: “ha mostrato un rallentamento nella sua crescita ma per ridurre i casi dobbiamo portare l’Rt sotto 1”.

Covid, Brusaferro sull’indice Rt

Le parole di Brusaferro sono state confermate anche dal presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, che ha imputato la decelerazione dell’indice Rt all’efficacia dei provvedimenti restrittivi presi dalle autorità: “L’indice Rt appare stabile quindi l’accelerazione marcata è venuta meno e c’è decelerazione, frutto delle misure poste in essere. […] Ciò va letto in modo positivo e ci auguriamo e ci aspettiamo con il trascorrere dei giorni che i dati possano ulteriormente migliorare”.

Per quanto riguarda invece i dati delle singole regioni, durante la conferenza stampa ci si è soffermati soprattutto sulla delicata situazione della Campania, per la quale in molti auspicano una futura zona arancione: Riteniamo validi i dati della Campania, ma approfondimenti sono in atto per cogliere aspetti che potrebbero completare una analisi che è in corso”.

Aumenta l’età media dei contagi

In controtendenza con quando accaduto durante l’estate, quando ad essere contagiati erano in maggioranza persone dai 30 ai 40 anni, con l’arrivo dell’autunno la curva dell’età media dei positivi ha ricominciato a crescere, avvicinandosi a valori simili a quelli della prima ondata: L’età mediana purtroppo è in leggera crescita, lentamente si avvicina verso i 50 anni. E parallelamente l’età over 70 comincia ad avere un numero crescente di casi”.

Da qui anche un incremento dei casi per cui si è reso necessario il ricovero in terapia intensiva, anche se la quota degli asintomatici sul totale dei positivi rimane intorno al 50-60%: In alcune regioni si è superata la soglia critica per l’occupazione degli ospedali e c’è probabilità alta in tutta Italia di saturazione entro un mese per terapie intensive. Quindi c’è l’allerta e non possiamo permetterci di prendere sotto gamba la situazione”.