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Ospedale Valduce di Como: "Rischiamo di non curare le altre patologie"

Covid ospedale Valduce Como

"Siamo allo stremo. Se andiamo avanti così qualcuno si farà infarto o ictus a casa". A dirlo è il Direttore sanitario dell'ospedale Valduce di Como.

Mentre in Lombardia resta alto il numero di nuovi contagi giornalieri, la situazione preoccupa soprattutto in alcune province: dopo l’ospedale San Gerardo di Monza, attualmente allo stremo, preoccupa l’andamento dell’emergenza sanitaria nella provincia di Varese, che nella giornata di martedì 10 novembre registra 3081 nuovi positivi. Ma l’allarme Covid arriva anche dall’ospedale Valduce di Como: il Direttore sanitario della struttura teme che molte patologie non riescano a essere adeguatamente trattate. “I nostri posti letto sono tutti occupati. Abbiamo 70 pazienti Covid ricoverati. Sono pieni anche tutti i letti per le altre patologie, così come gli otto letti di terapia intensiva, di cui 6 utilizzati per persone con coronavirus, ha fatto sapere il dottor Claudio Zanon. Stando a quanto da lui dichiarato, si rischia che la gente muoia nella propria abitazione per infarto o ictus.

Covid, allarme dall’ospedale Valduce di Como

Il Direttore Zanon aveva già denunciato la carenza di posti letto. Il rischio, a sua detta, è quello di non poter più intubare gli anziani. Intervistato da Fanpage.it, ha dichiarato: “Noi siamo allo stremo. L’ospedale Sant’Anna è in una situazione complicatissima. A Erba il pronto soccorso dichiara il default un giorno su due. Varese non ce la fa più. Monza chiede l’intervento dei militari. Questa è la drammatica situazione. Questo triangolo è pesantemente colpito”. Non nasconde la preoccupazione per l’andamento del virus nella sua provincia, dove martedì 10 novembre si registrano 1356 nuovi contagi e i posti letto sono già tutti occupati.

“In questo momento stiamo reggendo, ma i nostri Pronto Soccorso sono al limite. Tutti gli appelli fatti dagli operatori sanitari del triangolo Varese-Como-Monza, che risulta essere colpito come Bergamo nella prima ondata, hanno sortito gli effetti e una parte dei pazienti viene inviata nelle altre province lombarde, in particolare Bergamo, Brescia, Cremona, dove c’è “un minimo di immunità, perché più colpite dalla prima ondata”, ha aggiunto.

Ribadendo il suo timore per i pazienti affetti da altre malattie, che in questo delicato periodo di emergenza sanitaria rischiano di passare in secondo piano, Claudio Zanon ha sottolineato: “Il problema è che non vorremmo tornare come è successo nella prima ondata a non trattare più le altre patologie. Si tratta di un rischio concreto secondo il Direttore sanitario del Valduce, che dichiara:Se andiamo avanti così qualcuno si farà l’infarto o l’ictus a casa. Abbiamo avuto nei giorni scorsi file di ambulanze. Ora ci sono 14 pazienti Covid in attesa in pronto soccorso. Piano piano, ne riusciamo a dimettere qualcuno dai reparti. È chiaro che, se continuiamo con questo flusso, a un certo punto le strutture non ce la fanno. Se non abbassiamo la curva dei contagi il sistema non regge.

Non mancano le critiche nei confronti di chi non presta la dovuta attenzione, mettendo così in pericolo anche la vita degli altri. “Basta vedere le immagini del weekend, con i parchi pieni, per capire che qualcosa non va. Bisogna che le persone rispettino le indicazioni date. L’Iss ha praticamente dichiarato che la pandemia è fuori controllo. Se non torniamo a controllarla nessun sistema può reggere. Ognuno di noi dà il massimo possibile, ma serve la consapevolezza che oltre un certo limite non si può andare”.

E sulla situazione nel suo ospedale fa sapere:Abbiamo 70 operatori positivi. La maggior parte per contatti in ambiente familiare. In confronto alla prima ondata, oggi medici, infermieri e sanitari sono frustrati, stanchi, demotivati, allo stremo e psicologicamente provati.