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Torino, Ristoratore: “Soldi del Governo arrivati. Basta vittimismo”

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“I soldi del Governo sono già arrivati. Basta vittimismo”. A scriverlo un ristoratore di Torino su Facebook.

Con cinque giorni di anticipo rispetto alla data prevista sulle casse di un noto ristorante di Torino, sono già stati versati i soldi previsti in virtù del decreto Ristori. Lo ha annunciato un ristoratore di Torino che con un post su Facebook ha fatto il punto della situazione toccando molti punti centrali tra cui le rivolte per le quali Dimitri Bianchi il ristoratore si è detto vergognato per il vittimismo di tanti altri ristoratori.

Bianchi ha poi rivolto un pensiero a chi come cuochi, camerieri ecc. svolge un lavoro da dipendente e dovrà pertanto vivere con la cassa integrazione pari al 50% dello stipendio. Infine ha proseguito rivolgendo un suo personale pensiero verso chi avrebbe dovuto pagare la crisi. “Questa crisi dovuta al Covid dovrebbero pagarla i veri ricchi e le grandi multinazionali, soprattutto quelle che in questo periodo, fortunatamente per loro, hanno enormemente accresciuto i propri guadagni”.

Ristoratore di Torino: “Soldi del Governo arrivati”

“Oggi sono arrivati sul conto corrente della Società del nostro ristorante i soldi del Decreto Ristori con cinque giorni di anticipo sulla data prevista. Non scrivo l’entità della somma perché non voglio spiattellare pubblicamente quanti soldi abbiamo ricevuto (ma se qualcuno è curioso glielo scrivo in privato senza problemi). Non sono pochi, anzi per quanto riguarda l’economia del nostro ristorante sono sufficienti a coprire il mese previsto al momento di chiusura forzata. Se poi il periodo si allungherà ci sarà ovviamente bisogno di altro”. Lo ha dichiarato un Dimitri Bianchi un ristoratore di Torino che tramite la sua pagina Facebook ha voluto portare la sua riflessione.

Il ristoratore ha poi portato una sua riflessione sulle proteste delle scorse settimane. parlando di un atteggiamenti vittimista, da parte di suoi colleghi. “Nelle ultime settimane a noi proprietari di bar e ristoranti sono state rivolte le stesse attenzioni e la stessa solidarietà che a marzo-aprile erano toccate, giustamente, ai medici e agli infermieri. E io mi sono un po’ vergognato del vittimismo, spesso pretestuoso, di tanti miei colleghi”.

Un pensiero a chi non ha un lavoro

Nella seconda parte del post Bianchi si rivolge ad una categoria ben precisa vale a dire quella di chi dovrà vivere con la cassa integrazione. Infine un pensiero anche a chi il lavoro proprio non ce l’ha più. “E ci sono altre categorie di lavoratori, con ancora meno diritti e tutele, che stanno ancora peggio. Gente che non ha un lavoro, o che non ha più potuto lavorare neanche un giorno da marzo a oggi, e che in certi casi non ha davvero nessun aiuto pubblico su cui contare”.