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Covid, Crisanti: "Senza tracciamento sarà lockdown a Natale"

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Crisanti torna sul lockdown a Natale: "Se non tracci il covid puoi solo fermarti per qualche settimana".

Il virologo e docente di Microbiologia dell’università di Padova, Andrea Crisanti, in un’intervista alla Stampa, ha commentato lo stato d’emergenza covid, mostrando in realtà dei grandi scetticismi per le scelte adottate e annunciando che di questo passo potrebbe esserci l’ipotesi di un lockdown a Natale.

Covid, Crisanti e il lockdown a Natale

Le critiche di Crisanti riguardano in particolar modo il contact tracing, al momento quasi completamente saltato e dunque incapace di isolare i contatti dei positivi per tempi. “Con questi numeri – dice Crisanti – bisogna diminuire i contatti personali e passare a chiusure via via più estese. Per ogni nuovo contagiato è necessario identificare in media tra le 15 e le 20 persone con le quali è venuto a stretto contatto. Con oltre settemila nuovi casi di positività – continua – dovremmo rintracciare e mettere in isolamento domiciliare 140 mila persone. Invece leggo che nelle ultime 24 ore ne sono finite in quarantena appena 1.300. Vuol dire che il 95% di quelle persone potenzialmente infette circola liberamente per il Paese. È la Caporetto della prima linea difensiva, il contact tracing”.

Una situazione fuori controllo che potrebbe essere risolta solo attraverso una riduzione netta dei contatti personali. “Ormai – aggiunge il virologo – l’aumento dei casi non lo fermiamo più né con il contact tracing e nemmeno con quello che chiamiamo network testing. Tanto per capire, il metodo che abbiamo utilizzato a Vo’ Euganeo o al Senato, testando un’intera comunità a rischio di contagio”. Per l’esperto occorre “diminuire i contatti interpersonali come già si cerca di fare, per poi passare via via alla chiusura delle attività meno essenziali e, se si rendesse necessario, alle altre. Altrimenti bisognerà girare quello che gli inglesi chiamano l’interruttore di trasmissione: ci fermiamo tutti per due, tre settimane”. Due o tre settimane vorrebbe dire un lockdown che si potrebbe protrarre fino al Natale, oppure, come già sostenuto in passato dal virologo, una serrata proprio durante le festività per provare a ripartire a gennaio con numeri molto più bassi.

Crisanti, le soluzioni proposte

Le proposte da parte di Crisanti non sono mancate, ma il governo non lo avrebbe ascoltato. “Con 40 milioni di investimento potremmo acquistare i macchinari capaci di processare più tamponi in meno tempo e con minor uso di reagenti, come abbiamo fatto a Padova. Il costo a regime sarebbe di due milioni al giorno. L’ho proposto tempo fa. Con il modo che abbiamo oggi di eseguire i test stiamo spendendo di più. Avremmo dovuto varare un piano nazionale di sorveglianza con investimenti massicci per aumentare il numero dei tamponi – ha concluso Crisanti – Quelli veri, non questi rapidi”.