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Regioni, come fanno ad uscire dalla zona arancione o rossa

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Come fanno le Regioni a passare da una fascia di rischio all'altra.

Dal Dpcm del 3 novembre, non è ancora successo che una Regione scendesse di fascia di rischio, passando da una zona arancione o rossa per arrivare ad una gialla. Per il momento è accaduto solo il contrario. Questo perché per passare ad una fascia di rischio minore ci vogliono due o tre settimane.

Regioni e fasce di rischio

Il meccanismo del Governo e del ministero della Salute prevede la suddivisione delle Regioni in tre fasce di rischio: gialla, arancione e rossa. Se si è in zona rossa non si potrà tornare in zona arancione per almeno due settimane. Gli indicatori presi in considerazione per stabilire il colore di ogni Regione sono 21. I pilastri su cui si basa il meccanismo sono due. Il primo è lo scenario, che va da 1 a 4 a seconda della situazione e dell’indice Rt. Il secondo è il rischio, che può essere considerato alto o moderato. Gli altri criteri sono i contagi, il tracciamento e la pressione sugli ospedali. Per uscire da una zona di rischio e tornare a quella minore la richiesta può essere fatta dalle stesse Regioni. Come ha spiegato la Repubblica, dopo una settimana la Regione può chiedere la revisione della fascia, ma i dati devono essere confermati per almeno due settimane. Uno dei valori da considerare è l’indice Rt. Per uscire dalla zona rossa il valore deve essere inferiore a 1,5. Non basta, però, solo quello. Per uscire dalla zona arancione l’Rt deve essere inferiore a 1,5. Al di sotto dell’1,25 si va direttamente in zona gialla.

Gli scenari più critici sono il 3 e il 4. Il primo si verifica quando l’Rt è tra 1,25 e 1,5 e si registra una mancata capacità di tracciamento dei contagi e un sovraccarico dei servizi assistenziali. Il secondo si verifica quando l’Rt è superiore all’1,5, con un forte sovraccarico dei servizi assistenziali e il tracciamento saltato. Per uscire dallo scenario 3 è necessario far scendere l’indice sotto l’1,25, con livelli di occupazione dei servizi sanitari più bassi e una buona catena di tracciamento. Per uscire dallo scenario 4 l’Rt deve scendere sotto l’1,5 e la situazione di ospedali e tracciamento deve migliorare. Secondo il report settimanale dell’Iss, al momento Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Umbria sono nello scenario 3, mentre Bolzano, Campania, Toscana e Valle D’Aosta sono nello scenario 4. Per questo si tratta di zone rosse. La classificazione complessiva di rischio in alcuni casi è alta da tre o più settimane, come nel caso di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Piemonte, Sicilia, Toscana e Valle D’Aosta.