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Zona rossa, permessa la spesa fuori dal proprio Comune: ma solo se si risparmia

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La Faq del Governo chiarisce ogni dubbio sulla possibilità di fare la spesa al di fuori del proprio Comune in zona rossa.

In molti tra coloro che si trovano nelle zone rosse e arancioni si sono chiesti se è possibile spostarsi dal proprio Comune per fare la spesa. Finora la questione non era stata ben specificata. Il dpcm, infatti, prevede che tali spostamenti avvengano soltanto in casi di comprovati motivi di salute, lavoro o appunto necessità.

La spesa rientra in quest’ultima motivazione. Nonostante ciò in ogni Comune è presente almeno un supermercato. Cosa accade, dunque, se preferiamo effettuare gli acquisti in un’altra catena? Ciò è possibile soltanto in un caso. Lo rivela la Faq, in cui è stato inserito recentemente proprio questo chiarimento.

La spesa fuori dal proprio Comune

La Faq, ovvero l’elenco delle domande più frequenti relative alle regole da rispettare nel corso dell’emergenza Coronavirus, ha definito il concetto di necessità. Il Governo, infatti, annovera tra i motivi in questione, da autocertificare nel modulo necessario per spostarsi tra Comuni in zone rosse e arancioni, la “maggiore convenienza economica”. Si può, dunque, fare la spesa o altri generi di acquisti in un Comune diverso dal proprio soltanto se quest’ultimo presenti una migliore disponibilità di punti vendita.

Da un lato, dunque, la Faq toglie ogni dubbio in merito alla possibilità di fare o meno la spesa fuori dal proprio Comune. Dall’altro lato, tuttavia, mette la popolazione di fronte ad un ulteriore problema. La convenienza infatti non è quantificabile, eccetto che per palesi violazioni. Sta, dunque, al buon senso degli italiani e a quello delle forze dell’ordine comprendere se si tratta di una scusa oppure di una reale necessità.