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Genitori più aggressivi con i figli durante il lockdown: lo studio

Chiusi in casa fra stress e serenità

Lo studio dell'università milanese su un campione di 400 mamme e papà italiani: i genitori diventano più aggressivi durante il lockdown.

I genitori sono diventati più aggressivi durante il primo lockdown: a dimostrarlo è una ricerca dell’Università Bicocca di Milano. Il dato cardine parte da un’indagine a campione, secondo la quale un genitore su cinque ha maturato la convinzione di essere stato troppo aggressivo con i figli nel periodo del lockdown anti Covid in primavera. La ricerca è sotto ‘ombrello’ di un progetto europeo promosso dal DEPCIP (Digitised Education Of Parents For Children Protection). Nell’ambito dello stesso sono stati coinvolti circa 1000 genitori di vari Paesi. Di essi, 400 erano genitori italiani.

Genitori più aggressivi durante il lockdown

Al di là del dato numerico, ce n’è un altro mainstream: quello cioè per cui i genitori coinvolti hanno dichiarato di essersi si sentiti pronti ad affrontare il forte carico di stress derivante dall’emergenza, ma con un’alternanza di emozioni ben definita. Il 70% di essi infatti ha dichiarato anche di aver vissuto momenti contrastanti in cui si alternavano ansia e serenità nelle relazioni ed interazioni con i figli. Cosa significa? Che nella consapevolezza assoluta di dover garantire un clima sereno un 29% dei genitori ha comunque avuto momenti di rabbia, sostanziatisi poi in punizioni fisiche. Genitori più aggressivi durante il lockdown, quindi.

Molti genitori hanno alzato la voce

Ad alzare la voce poi sarebbe stato l’84%. I dati sono comunque spalmati su un plafond statistico che tiene conto anche di variabili importanti come quella di una ‘fisiologica’ condotta genitoriale; vale a dire che il lockdown ha funto da elemento acceleratore di alcune condotte, ma che le medesime sono, sia pur in percentuale inferiore, comunque standardizzate in molte famiglie e in condizioni di stress medio. E che i comportamenti aberranti rientrano in una tipologia dove il lockdown ha catalizzato problemi pregressi ed esiti giudiziari.  Il 30% comunque ha palesato la gioia di poter dedicare più tempo ai propri figli. Una vera mappa emozionale dunque, che ha dato indicazioni precise. Innanzitutto quella delle necessità di ripensare gli spazi domestici in virtù di momenti di effettiva coabitazione ‘forzata’.

Il ruolo di balconi, cortili e parchi

Il che ha portato a ridisegnare completamente il ruolo iconico di spazi prima ‘marginali’ come balconi, cortili, androni dei palazzi. Da recessi irrilevanti sono diventati per il 18% degli intervistati isole di spazio-tempo personale o di interazione con i figli. Tutto questo ha portato alla mancanza degli spazi canonici come palestre, parchi e scuole, che sono mancati al 30% del campione. Da questa situazione è emersa una necessità cardine: quella cioè di conoscere strategie di gestione dello stress. Strategie che saranno affrontate proprio durante il webinar del 24 novembre, nell’ambito di una sottosezione dal nome ‘Tips for parents in lockdown’.