> > Vittorio Feltri assolto, “I terroni non esistono, non è diffamazione”

Vittorio Feltri assolto, “I terroni non esistono, non è diffamazione”

Vittorio Feltri assolto

“I terroni non esistono, non costituisce diffamazione”. Questa la motivazione di un Giudice Campano che ha assolto Vittorio Feltri.

L’ex direttore di Libero Vittorio Feltri è stato assolto dal Giudice di Pace di Cave de’ Tirreni in provincia di Salerno. La motivazione: l’aver usato la parola terroni in un suo articolo apparaso sul quotidiano Libero diverso tempo fa non costituirebbe diffamazione. Non sarebbe quindi reato in quanto stando a quanto riportato dal Giudice di Pace campano, il termine non si sarebbe riferito ad un gruppo di persone ben definito.

La vicenda diversamente avrebbe costituito reato solo nel caso in cui il termine sarebbe stato utilizzato per identificare un gruppo religioso o ancora un’etnia. Non solo. Sul quotidiano Libero parlando della vicenda è stato scritto: “La polemica giornalistica non è un testo per educande e neppure una lettura da fare in chiesa” pertanto sarebbe lecito utilizzare termini ed espressioni dai toni decisi e comunque espressioni non adoperate durante un rapporto di tipo interpersonale.

Assolto l’ex direttore Vittorio Feltri

I terroni così come i polentoni non esistono, pertanto scrivere questo termine in un articolo per rivolgersi ai meridionali non è reato e tantomeno diffamazione. Il Giudice di Pace di Cave de’ Tirreni avrebbe fornito questa motivazione assolvendo di fatto l’ex direttore del quotidiano Libero Vittorio Feltri. Quest’ultimo infatti non sarebbe nuovo a questo tipo di situazioni. Nel corso del tempo Feltri sarebbe stato coinvolto in numerosi provvedimenti a causa di questa tipologia di affermazioni. Una situazione non proprio piacevole che avrebbe portato lo stesso Feltri a dimettersi lo scorso Giugno dall’ordine dei Giornalisti.

Dal quotidiano Libero è stato scritto a proposito della vicenda che ha coinvolto il giornale: “Respinta la richiesta di risarcimento danni mossa da un cittadino campano, che ci accusava di odio razziale e di diffamare i meridionali, e lo ha condannato a rifondere tutte le spese…la polemica giornalistica non è un testo per educande e neppure una lettura da fare in chiesa. È lecito usare toni pungenti e incisivi e formule verbali che non sono normalmente adoperate nei rapporti interpersonali”.