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Troppi medici contagiati, chiude reparto di cardiologia del San Camillo

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A causa dei troppi medici contagiati dal coronavirus, l'ospedale San Camillo di Roma chiude temporaneamente il proprio reparto di cardiologia.

A causa dei troppi medici malati di covid, il reparto di cardiologia dell’ospedale San Camillo di Roma chiude i battenti. Tutte le operazioni sono state rinviate proprio perché al momento non c’è abbastanza personale a disposizione dei pazienti. I ricoverati covid potrebbero aumentare nelle prossime settimane. Il presidente dell’ordine dei medici romani lancia allarme: “Dobbiamo prestare assistenza anche ai non malati covid”.

Chiude cardiologia al San Camillo

All’ospedale San Camillo Forlanini di Roma chiude il reparto di Cardiologia. Tutte le operazioni sono rinviate perché la maggior parte dei medici ha contratto il covid oppure si trova in isolamento.

Al momento i pazienti in attesa di peacemaker o di esami clinici si limiteranno a terapie farmacologiche. Va detto che il San Camillo rappresenta da anni un punto di rifermento per la cardiochirurgia. Tuttavia, anch’esso ma al momento deve fare i conti con l’emergenza sanitaria.

Sono circa 18 i posti letto inattivi“, spiega al Messaggero Sandro Petrolati, cardiologo e segretario Anaao Assomed San Camillo. “Principalmente per dell’assenza di personale, sia perché i medici e infermieri contagiati e si trovano in isolamento”, specifica Petrolati.

Assistenza per tutti

In data 21 novembre 2020, al San Camillo erano 130 i ricoverati covid, ma il numero potrebbe decisamente aumentare nelle prossime settimane. L’attenzione però rimane alta anche per l‘arrivo dell’influenza stagionale, che porterebbe ad una nuova rimodulazione dei posti letto.

“Ci troviamo di fronte a un’emergenza nell’emergenza“, commenta il presidente dell’Ordine dei medici di Roma Antonio Magi. “ I numeri sul personale sono quelli che sono ma bisogna dare assistenza anche a chi non rientra nella categoria dei malati Covid o in quella delle urgenza extra virus“, prosegue Magi. “Per quanto riguarda il personale – conclude Magi – si potrebbero aumentare le ore di lavoro da 20 a 38 settimanali agli specialisti “.