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Bullismo: ragazzino di 11 anni picchiato dal branco

Bullismo

Un atto di bullismo nel bagno della scuola di Pisiniano. Il Paese è sconvolto per quanto accaduto ad un ragazzino.

Il paese di Pisoniano, comune con poco più di 700 abitanti in provincia di Roma, è completamente sotto shock per l’atto di bullismo nei confronti di un ragazzino di 11 anni. Il giovane è stato provocato e picchiato da un branco di cinque compagni di scuola nei bagni di un istituto comprensivo.

Bullismo su ragazzino di 11 anni

La madre della vittima, una cittadina romena di 44 anni, ha denunciato quanto accaduto dopo che il figlio è stato trasportato in ospedale con una costola rotta. Le violenze sono avvenute giovedì 19 novembre presso l’Istituto Comprensivo Pisoniano dell’omonimo comune della Valle del Giovenzano. Come raccontato dalla madre ai militari dell’Arma della Stazione di Gerano, il figlio di 11 anni sarebbe stato picchiato selvaggiamente mentre era a scuola. Il giovane è stato accerchiato da cinque compagni, per poi essere provocato senza alcun motivo. Dopo l’aggressione il branco lo ha nuovamente colpito con calci e pugni, abbandonandolo ferito in terra nel bagno della scuola. L’11enne è stato affidato alle cure del personale del 118 e trasportato all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, con una costola rotta e una contusione polmonare. I carabinieri delle stazioni di San Vito e Gerano, insieme ai militari della Compagnia di Subiaco, stanno indagando sul caso. Questa aggressione ha sconvolto completamente la piccola comunità in cui il ragazzino vive insieme ai genitori. “Apprendiamo con profondo dispiacere e con grande preoccupazione di un brutto episodio di bullismo accaduto giovedì scorso presso la scuola di Sassa, sfociato in un gesto di aggressione, che ha visto coinvolti alcuni alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado. In attesa degli esiti dei dovuti e ulteriori accertamenti sull’accaduto, tuttora in corso, esprimiamo intanto la nostra vicinanza al ragazzo vittima della violenza e alla sua famiglia. Il nostro augurio è che il giovane si rimetta presto e che, con l’aiuto di tutta la comunità allargata che gravita attorno alla scuola, possa ritornare a vivere, con fiducia e serenità, il rapporto con il prossimo” hanno denunciato i Sindaci dei Comuni della Valle del Giovenzano.

La nota dei sindaci è stata molto lunga. “L’accaduto ha suscitato, giustamente, molta impressione e preoccupazione nell’opinione pubblica, preoccupazione confluita in parte in valutazioni incentrate sulla questione dei controlli e della sicurezza. Considerazioni opportune e condivisibili ma che, se fossero le sole a guidare le future iniziative, rischierebbero di spostare il problema invece di risolverlo. I controlli sono oltremodo necessari ma, se si affrontasse la questione riducendola in questi termini, si finirebbe con il prendere decisioni non risolutive e tali da risultare semplicemente le più facili in quanto demagogicamente spendibili” hanno scritto. I sindaci hanno parlato di un progetto educativo che deve coinvolgere gli adulti, che devono insegnare ai minori ad assumersi le proprie responsabilità. “Noi crediamo che amare significhi educare all’autonomia; autonomia che si acquisisce imparando ad assumersi, anche di fronte alla società, le proprie responsabilità. Noi aborriamo con forza il linciaggio dei colpevoli ma pretendiamo che gli adulti svolgano il proprio dovere sociale di educatori nel senso ora descritto. Solo attraverso l’assunzione delle proprie responsabilità si potranno gettare le basi per un effettivo cambiamento nei comportamenti” hanno scritto i sindaci, aggiungendo che “c’è a nostro avviso una diffusa sfiducia verso l’unicità individuale: in molti vivono con terrore la possibilità che i propri figli restino isolati e per questo li rendono predisposti all’omologazione che, troppo spesso, degenera in spirito di branco“.