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Ranieri Guerra (Oms): “Lockdown totale non ha senso”

Oms Lockdown totale non ha senso

Il lockdown totale non ha senso. Lo ha dichiarato il vicedirettore vicario dell’Oms Ranieri Guerra in una recente intervista.

“Chiudere tutto non ha più senso”. A sostenerlo è il vicedirettore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Ranieri Guerra. Guerra nel corso dell’intervista rilasciata al Messaggero ha toccato molti punti fondamentali ad iniziare dall’attuale andamento della curva dei contagi che non sarebbe sufficiente a definire se sarà possibile o meno uscire da questa seconda ondata. Ha poi naturalmente parlato di come sarà importante in questa fase procedere con delle chiusure che siano flessibili e comunque localizzate nelle zone più critiche.

Oms, Lockdown totale non ha senso

Chiudere il Paese con un lockdown totale ha senso? No secondo il vicedirettore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Ranieri Guerra in una sua recente intervista rilasciata al Messaggero. “I numeri ci dicono che c’è una decelerazione delle curve, ma non una diminuzione dei casi. Diciamo che i numeri aumentano con meno velocità. Importante, ma non sufficiente, ha dichiarato Guerra.

Dovremo abituarci a chiusure flessibili, adattati all’andamento dell’epidemia. Quindi su determinati territori e per periodi temporali circoscritti. In questo senso, il sistema dei 21 parametri è ottimo, perché si adatta all’andamento dell’epidemia”, ha precisato. Sulla diminuzione dei ricoveri ha commentato: “Prima di arrivare a una vera flessione dei nuovi casi positivi servirà ancora qualche giorno. Sui ricoveri il risultato è promettente. Però c’è anche una diminuzione di quelli che possiamo definire ricoveri sociali, c’è maggiore attenzione su chi ricoverare e maggiore attenzione della medicina territoriale nel diagnosticare e seguire chi è malato, curandolo a casa”.

Sul Natale che potrebbe aspettarci in questo 2020 ha dichiarato che sarà “in famiglia, sobrio e tranquillo. Spero che sia ormai compreso da tutti che bisogna proteggere i familiari più anziani”.