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Sanità, spreco di risorse dalle regioni: lo studio di fondazione Gimbe

sanita italiana

La fondazione Gimbe ha pubblicato un'analisi che evidenzia gli sprechi nella sanità portati avanti dalle regioni italiane negli ultimi anni.

Nonostante l’emergenza sanitaria abbia riportato al centro del dibattito pubblico il ruolo della sanità e il rapporto tra le regioni e lo Stato centrale, il nodo degli sprechi a livello dei territori rimane ancora ben lungi dall’essere risolto. Lo dimostra un recente studio pubblicato dalla fondazione Gimbe, che analizzando gli adempimenti delle regioni per i livelli essenziali di assistenza (Lea) ha rivelato come dal 2010 al 2018 siano state complessivamente sprecate circa un quarto delle risorse disponibili, pur con sensibili variazioni da una regione a un’altra.

Sanità, gli sprechi delle regioni

Come spiega il suo stesso presidente Nino Cartabellotta, l’analisi della fondazione Gimbe si basa anche sui report del ministero della Salute ottenuti tramite il monitoraggio dei Lea: “Si tratta di una vera e propria pagella sulla materia sanità che permette di identificare Regioni promosse e bocciate”, con il quale è possibile individuare quelle regioni che non adempiono ai livelli minimi di assistenza sanitaria richiesta e che pertanto richiedono l’applicazione di un cosiddetto piano di rientro, quando non addirittura di un commissariamento.

Tuttavia, sempre Cartebellotta aggiunge che le suddette classifiche sono: “Sempre più inadeguate per valutare la reale erogazione delle prestazioni sanitarie e la loro effettiva esigibilità da parte dei cittadini”. Secondo la fondazione Gimbe infatti lo strumento si sarebbe ormai appiattito in quanto negli ultimi anni non sono state mai aggiornati i parametri e le soglie di adempimento. Secondo la responsabile di ricerca dei servizi sanitari di Gimbe Renata Gili: “Tutti questi limiti riducono la possibilità di valutare in maniera oggettiva, analitica e tempestiva la capacità delle Regioni di erogare le prestazioni ordinarie, anche per stimare la possibilità di rispondere a un evento straordinario come la pandemia”.

Con un range di adempimento dei livelli minimi di assistenza sanitaria che va dal 56,3% della Campania al 92,8% dell’Emilia-Romagna, si arriva a una media complessiva di adempimento nazionale del 75%. Ciò vuol dire che delle risorse spese dalle regioni per i servizi sanitari negli ultimi anni circa un quarto non ha prodotto alcun beneficio alla popolazione. Questo nonostante un aumento costante della capacità cumulativa di adempimento, che tuttavia sempre secondo Gimbe è da attribuire all’appiattimento delle classifiche citato in precedenza.