> > Nasce il Virtual Hospital, per curare attraverso la telemedicina

Nasce il Virtual Hospital, per curare attraverso la telemedicina

univeristà statale milano

Virtual Hospital, il progetto della Statale di Milano per curare a domicilio attraverso la telemedicina. Ecco come funziona

Sono tante le cose che questa pandemia ha cambiato o ci ha costretto a ripensare. E alcuni cambiamenti dovuti al coronavirus rimarranno anche quando l’emergenza sarà finita. In particolare nel sistema sanitario, sono già molte le differenze rispetto a prima, e non tutte vengono per nuocere. Come il Virtual Hospital, un’idea per assistere i malati attraverso la telemedicina.

Virtual Hospital, il progetto della Statale

La situazione di emergenza vissuta a marzo ha costretto il sistema sanitario a trovare delle soluzioni, e in fretta. Il Centro operativo dimessi del capoluogo lombardo seguiva a domicilio i pazienti Covid tornati a casa dagli ospedali. Come? Con un progetto nato dall’Università Statale, in cui i pazienti venivano monitorati in maniera telematica, così da poter alleggerire il carico degli ospedali, ma sempre garantendo una continuità assistenziale. A capo dell’iniziativa c’è Gian Vincenzo Zuccotti, primario di pediatria dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco, prorettore e preside della Facoltà di Medicina della Statale. Sono scesi in campo con lui circa 100 medici specializzandi, che hanno così potuto fare pratica sul campo. “I medici provenivano da varie scuole di specializzazione, in quella fase non operative, perché molte delle loro unità sono state trasformate in unità Covid -racconta Zuccotti-. L’esperienza maturata sul campo ha consentito ai giovani medici di crescere professionalmente attraverso il dialogo con i pazienti, imparando a selezionare in modo rapido ed efficace i bisogni prioritari come non sempre si riesce ad insegnare nelle aule universitarie o in corsia”.

Virtual Hospital, come funziona

Il Virtual Hospital per le cure domiciliari può vantarsi di 36 ambulatori specialistici virtuali e 196 specialisti disponibili. E l’assistenza, ovviamente, avviene tutta direttamente da casa. Nel corso della prima ondata sono stati 1400 i pazienti assistiti attraverso due chiamate quotidiane. Proprio grazie alla continuità nel monitorare il paziente si sono evitate così complicazioni più gravi, ad esempio intercettando casi di embolia polmonare sopraggiunta dopo le dimissioni. “Ora l’idea è quella di una piattaforma che riproduca gli ambulatori specialistici per erogare le prestazioni da remoto o, per lo meno, capire chi va visitato in presenza in maniera prioritaria” spiega Zuccotti. I numeri di pazienti sono importanti: da marzo a oggi sono state gestite 63.359 chiamate, di cui 23.358 nella seconda ondata. “Il concetto è quello di annullare le prenotazioni per dare la possibilità ai medici di medicina generale di entrare nella piattaforma e inserire il paziente in un ambulatorio virtuale. A quel punto partono due Sms che avvertono sulla presa in carico e sull’appuntamento in telemedicina”.