Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si torna a parlare di revenge porn. Dopo un’inchiesta di Fanpage.it, risalente alla scorsa estate, il gruppo Telegram con 55mila iscritti per scambio di materiale pedopornografico e video di ex è stato finalmente chiuso. “Questo gruppo non può essere visualizzato perché è stato usato per diffondere contenuti pornografici” spiega Telegram con un breve messaggio per confermare la chiusura della chat degli orrori.
I contenuti della chat
La polizia postale, per diversi mesi, ha acquisito gli screenshot di questa inchiesta di Fanpage.it, che sono stati consegnati presso la sede di Ancona. Al momento sono ancora in corso diversi approfondimenti investigativi. Nella chat, migliaia di iscritti si scambiavano messaggi quotidiani e un grande contenuto di foto e video di bambini, adolescenti ed ex compagne, con vere e proprie trattative che riguardano anche il denaro. “Cerco video pedo, offro di tutto“, “Cerco giovane porco depravato per commenti pesanti e fantasie perverse su foto di mia moglie vestita da sposa“, “Cerco foto di ex, sorelle, amiche, mamme e cugine“, “Mostro la mia ragazza, foto spy di alta qualità“, sono solo alcuni dei messaggi riportati da Fanapage.it. In questa chat le donne erano considerate come delle bambole di pezza ed esposte in vetrine virtuali, così come i bambini.
L’amministratore del gruppo scriveva che la società ha permesso troppo alle donne, mentre tempo fa si finiva con il femminicidio anche solo per una parola sbagliata. E tutte queste frasi, come sottolinea Fanpage.it, sono niente rispetto a quelle che per ovvi motivi non si possono riportare. Gli utenti hanno definito il femminicidio come “una forma d’arte“, mentre alti sostenevano che andrebbe consigliato e depenalizzato. Lo stupro veniva considerato come una semplice pratica sessuale e le richieste di foto e video di abusi erano all’ordine del giorno. Una vera e propria chat degli orrori, che finalmente è stata chiusa. Purtroppo non è l’unica, anzi ne esistono più di quanto si possa immaginare. Secondo l’associazione no profit Permesso Negati esistono almeno 89 canali frequentati da utenti italiani per scambio di questo genere di materiale. Solo nel febbraio 2020 erano 17.