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Caso Sissy, nuove indagini: "Due persone con lei"

Sissy Trovato Mazza

Al via nuove indagini sulla misteriosa morte di Sissy Trovato Mazza, agente penitenziaria uccisa da un colpo di pistola.

Barbara Lancieri, giudice per le indagini preliminari, ha accettato le nuove indagini sulla morte dell’agente penitenziaria Sissy Trovato Mazza. La richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dai legali della famiglia, l’avvocato Eugenio Pini e l’avvocato Girolamo Albanese è stata accolta ufficialmente.

Nuove indagini sul caso Sissy

Il fascicolo è ancora aperto per “istigazione al suicidio“, ma l’ipotesi su cui inizieranno ad indagare è che Sissy possa essere rimasta vittima di un’aggressione ad opera di almeno due persone e che il colpo di pistola non sia stato esploso dalla donna per togliersi la vita, ma dai suoi aggressori. “Sono felice che abbiamo concesso la possibilità di indagare ancora, tuttavia mi meraviglio che dopo tutto questo tempo e con le possibilità che offrono oggi le metodologie scientifiche, ci stiamo ancora domandando se si sia trattato di omicidio o di un gesto volontario” ha dichiarato Patrizia, la sorella di Sissy. “Siamo soddisfatti, ci auguriamo che questi spunti che noi riteniamo possano avvalorare il quadro dell’omicidio vengano vagliati fino in fondo” ha commentato l’avvocato Albanese. L’avvocato Pini ha aggiunto che questo potrebbe essere un passo importante verso la verità. Il giudice ha dato mandato ai suoi tecnici di approfondire tre punti investigativi che sono stati proposti dalla parte civile. Il primo punto riguarda la presenza di almeno due persone oltre Sissy all’interno del vano ascensore dove è stato esploso il capo. Luciano Garofano, ex comandate dei RIS, la genetista Anna Barbato e il medico legale Aldo Barbaro, sono arrivati a questa conclusione sulla base di un vuoto di macchie di sangue sulle pareti dell’ascensore, che dimostrerebbe la presenza di uno o più soggetti vicino all’agente.

Il secondo spunto di indagine ha lo scopo di fare luce sui contatti telefonici che hanno raggiunto il cellulare di Sissy al momento del ferimento, determinando la posizione del suo telefonino. Prima e dopo i fatti il dispositivo è stato localizzato al carcere della Giudecca, dove l’agente aveva preso servizio quella mattina, prima di andare in ospedale. L’accertamento serve a stabilire se il cellulare è stato spostato nell’ambito di un’attività di depistaggio e per inquinare le prove. Il terzo punto riguarda le dichiarazioni di una ex detenuta, riguardo i presunti aggressori dell’agente. Secondo Girolamo Albanese, si tratterebbe di congetture fatte dalla ex detenuta sulla base della conoscenza del contesto carcerario in cui Sissy lavorava. “Mere supposizioni che andranno vagliate” ha commentato l’avvocato. Le nuove indagini saranno svolte dalla Procura in 90 giorni, poi il giudice deciderà nuovamente se archiviare il caso come suicidio oppure se procedere con un rinvio a giudizio o nuove indagini per omicidio. Sissy è stata colpita nell’ascensore dell’ospedale di Venezia, mentre era servizio, il 1 novembre 2016. L’agente è morta dopo un lungo calvario di tre anni nella casa dei genitori in Calabria.