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Brescia, uomo positivo torna a casa in autobus dall'ospedale

Positivo autobus

L'uomo ha rischiato di sentirsi male prima di arrivare a casa e di contagiare altre persone, ma il consiglio è arrivato dall'ospedale.

Mostafa El Sakhaf, di 62 anni, è risultato positivo al Covid, con sintomi, ma è stato dimesso dall’ospedale. “Mi hanno detto di tornare a casa in autobus” ha spiegato l’uomo, che ha rischiato di svenire prima di raggiungere la porta della sua abitazione di Fiumicello, oltre ad esporre altre persone al contagio.

Uomo positivo in autobus

L’uomo è stato dimesso dall’ospedale Sant’Anna e si è ritrovato ad affrontare una situazione spiacevole e molto rischiosa. A denunciare quanto accaduto è stata la figlia di 32 anni, alla quale nel giorno seguente è stato dato lo stesso consiglio da un altro ospedale, ovvero di rientrare a piedi o in autobus, oppure di pagarsi un taxi. L’associazione Diritti per Tutti ha fatto presente alla ragazza il diritto di usufruire gratuitamente del taxi, così la giovane non ha preso i mezzi pubblici. Il padre, però, non lo sapeva. “Mio padre è malato dallo scorso 13 novembre, il tampone effettuato dopo alcuni giorni aveva confermato la sua positività al Covid, ma anche la mia e quella di mia sorella. Da allora siamo chiusi in casa: le condizioni del papà si sono aggravate, tanto che la notte del 23 novembre la guardia medica ha ritenuto necessario chiamare l’ambulanza e procedere al trasporto in ospedale. È stato ricoverato al Sant’Anna ma, già il mattino successivo, quando ho telefonato per avere informazioni sul suo stato di salute, la dottoressa del Pronto Soccorso mi ha detto che a breve sarebbe stato dimesso e di organizzarci per andare a prenderlo. Le ho fatto presente che non potevamo, perché sia io che mia sorella siamo positive e quindi in isolamento. A quel punto lei mi ha assicurato che ci avrebbero pensato loro” ha spiegato la figlia.

Dopo alcune ore la sorella ha visto suo padre rientrare in casa, completamente stremato. “Mi ha spiegato che gli avevano dato una mascherina e detto che, se non poteva pagare 50 euro per il servizio di trasporto, avrebbe dovuto arrangiarsi e tornare a casa a piedi o in autobus. Non potendosi permettere la spesa ha quindi preso un bus della linea 9: non sa nemmeno lui come abbia fatto a non crollare a terra in mezzo alla strada prima di raggiungere la porta di casa” ha spiegato la figlia. La stessa cosa è accaduto il giorno dopo in un altro ospedale di Brescia (il Civile), solo che la figlia si è rivolta all’associazione Diritti per tutti ed è riuscita a tornare a casa in sicurezza. Da mesi esiste la possibilità di usufruire gratuitamente di un taxi, grazie ad una convenzione del Comune di Brescia per il trasporto di pazienti Covid dimessi dagli ospedali. Gli ospedali dovrebbero essere al corrente di questo servizio. Donatella Albini, consigliera comunale con delega alla sanità, ha cercato di fare chiarezza, spiegando che non sa dove possa essere l’errore, se la non conoscenza del servizio o la dimenticanza. “Un atto clinicamente sbagliato, irrispettoso verso la persona e imprudente verso la comunità. Mi auguro che oltre ai casi denunciati non se siano verificati altri di cui non siamo venuti a conoscenza” ha aggiunto.