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Covid Veneto, Zaia firma la nuova ordinanza: "Riapriamo tutti i negozi"

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L'indice Rt sembra calare, la Regione, tra le più colpite, non è più in emergenza

Mentre è in corso l’incontro tra il premier Conte e i capidelegazione dei partiti di maggioranza e Attilio Fontana annuncia tramite social che la Lombardia è in zona arancione, il governatore Luca Zaia ha firmato una nuova ordinanza anti Covid per il Veneto. “Andrà in vigore già sabato 28 novembre – ha detto il presidente – . Aprono tutti i negozi, anche quelli di medie e grandi dimensioni che in precedenza erano chiusi il sabato e la domenica, ma tutti con un limite di capienza, stabilendo la presenza di un cliente ogni 20 metri quadrati”.

Covid Veneto, Zaia annuncia una nuova ordinanza

Zaia ha spiegato che questa misura di sicurezza “consente infatti la riapertura al sabato delle strutture di medie e grandi dimensioni, anche oltre i 250 metri quadrati, come gli outlet. Questa ordinanza rimarrà in vigore fino al prossimo 4 dicembre. I centri commerciali invece -ha ricordato Zaia- rimangono chiusi il sabato e la domenica per effetto del Dpcm del governo”.

Infine “la riapertura del sabato va intesa come un atto di responsabilità ma raccomando ai veneti di continuare a fare molta attenzione e di non creare assembramenti. E ricordo, che l’aver posto limiti alla capienza di consente di non chiudere tutto come avvenuto nel resto d’Italia”.

La situazione in Lombardia

La situazione potrebbe presto cambiare anche in Lombardia. Secondo il governatore della Lombardia Attilio Fontana, la regione ha già i presupposti per retrocedere alla zona arancione. I numeri lo confermano, scrive il presidente su Twitter, ora bisogna solo aspettare la conferma del governo. L’evoluzione dell’epidemia parte dal fatto che non è che improvvisamente si annulli tutto”, aveva detto in precedenza collegato con Mattino Cinque. “Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c’è un aumento, ma molto più ridotto”. Meno ottimista il direttore sanitario dell’Ats di Milano, Vittorio Demicheli: “L’indice Rt deve andare abbondantemente sotto 1.