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Taranto, bimbo di 10 anni morto per un tumore alle ossa

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Non ce l'ha fatta Vincenzo, il bimbo di 10 anni di Taranto morto per un raro tumore alla ossa causato dall'ex acciaieria Ilva.

Purtroppo non ce l’ha fatto Vincenzo: il bimbo di 10 anni di Taranto è morto a causa di un tumore raro alle ossa, al quale si era aggiunto anche il covid nelle ultime settimane. Vincenzo viveva in quartiere confinante con l’acciaieria ex Ilva, e ora medici e l’associazione dei genitori tarantini chiedono giustizia per i responsabili.

Bimbo morto per tumore a Taranto

Vincenzo Semeraro, bimbo di 10 anni di Taranto, purtroppo è morto a causa di un tumore raro alle ossa. A questo già grave male, si è aggiunto nelle ultime settimane anche il covid. Tanta l’amarezza, la tristezza e la rabbia nella comunità, specialmente nel rione Tamburi, dove il piccolo viveva.

L’intera comunità si era impegnata per la raccolta fondi che gli avrebbe permesso la delicata operazione al midollo al Bambin Gesù di Roma. Vincenzo infatti, pochi giorni prima partì con papà Francesco e la mamma a bordo del camper taxi dell’associazione Simba, salutando tutti i bambini del quartiere confinante con l’acciaieria Arcelormittal, ex Ilva.

In molti hanno mostrato solidarietà e vicinanza alla famiglia: “Riposa in pace grande guerriero, ora sei un altro nostro angelo lassù in cielo. Vola sempre più in alto“. La morte del piccolo Vincenzo però ha provocato tanta rabbia proprio per la vicinanza con l’acciaieria. Annamaria Moschetti, medico da sempre impegnato per la tutela del territorio, alla luce della scomparsa di Vincenzo non ha trattenuto il suo malessere.

Rabbia e responsabilità

Vincenzo viveva esposto alle sostanze ad azione cancerogena certa immesse nell’aria dall’impianto siderurgico costruito a ridosso della città. È morto. Di tumore. Oggi. La politica trasversalmente ha deciso che gli impianti devono rimanere in marcia. Altri bambini già in utero saranno esposti alle sostanze cancerogene immesse in ambiente dall’Ilva e questo li esporrà al rischio di ammalarsi e morire. Evidentemente non gliene importa niente a nessuno. Questo è il commento di dolore del medico tarantino.

Alle sue parole però si sono aggiunte anche quelle ancor più significative dell’associazione Genitori tarantini: “Ogni bimbo che muore in questa città è la fine di un’intera generazione. È l’intera comunità che si sente tradita, oltraggiata, offesa, umiliata, che sente in modo profondo l’ingiustizia per una morte che non può essere accettata, da nessuno. Siamo arrabbiati, vorremmo che tutti gli italiani si rendessero conto che c’è una città in Italia, dove la morte dei bambini, per i nostri governanti, è cosa da niente.

I genitori colpevolizzano i politici e le istituzioni, che considerano le morti dei bambini come “danni collaterali”: “Quei politici senza cuore, irresponsabili, sperano di soffocare la nostra richiesta di giustizia, considerando tutti questi morti un inevitabile danno collaterale, una semplice perdita d’esercizio, o un puro scarto di produzione, sappiano che non ci fermeremo“.