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Covid, Di Perri: "Non temo le code, virus pericoloso al chiuso"

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Il direttore del reparto di Malattie infettive dell’Amedeo di Savoia: "Se molliamo la presa è inevitabile che i contagi aumenteranno"

Il professor Di Perri ha commentato al Corriere della Sera le immagini delle file fuori dai negozi di Torino, nonostante siamo ancora in piena emergenza Covid. “Comprendo e condivido il pensiero del presidente” della Regione, che ha parlato di comportamenti “inaccettabili”. “Dobbiamo tenere la pressione alta. Ma, come sostenevo già in primavera, tutto quello che avviene all’esterno mi preoccupa meno, perché all’aperto il virus si diluisce”.

Covid, Di Perri: “Non temo le code”

Anche Di Perri poi ha approfittato dell’allentamento della tensione per fare un giro di domenica: “Verso l’ora di pranzo, e in quel momento ho visto le persone diligenti, con la mascherina, in fila davanti ai negozi ben distanziate“. “Io temo di più gli ambienti chiusi perché è lì che avviene il contagio”, ribadisce. “Spero che tutte quelle persone in giro poi non siano andate a cena a casa di amici o entrate in negozi senza rispettare le misure di contenimento. Quello sarebbe stato un vero problema. Così come mesi fa, a dare il via alla seconda ondata, sono state le vacanze, la condivisione di spazi con persone non conviventi, l’ammassamento“.

E ancora: “Se il Piemonte entrasse in zona gialla, le seconde case si potranno aprire, anche se forse non sarà consentito lo sci. L’unica certezza è che si deve sempre tenere un comportamento diligente“.

Sul pericolo di una terza ondata dice: “Non si può prevedere se ci sarà, ma se molliamo la presa é inevitabile che i contagi aumenteranno. Ce lo insegna l’esperienza dopo la prima ondata, dell’estate. Dopodiché abbiamo adottato un modello svedese…”. Cioè “abbiamo mantenuto tutto aperto con alcune restrizioni comportamentali, proprio come in Svezia, che però è un Paese che ha gli stessi abitanti della Lombardia, una densità molto minore e i cui residenti, molto probabilmente, sono più disciplinati di noi. E anche loro hanno avuto settemila morti, il Pil è sceso del 6 per cento e la disoccupazione è al 10. Insomma, non è che sia stato chissà quale successo da loro. Senz’altro sarebbe bello ritornare allo stesso livello di libertà che avevamo prima, ma per ora ci vorrà qualche accorgimento in più”.