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Vaccino Covid, Mantovani: "Tempi record, ma serve campagna informativa"

Alberto Mantovani sul vaccino Covid

Il 2021 sarà l’anno del vaccino contro il Covid, e per fare chiarezza sul tema è nato un documento dell’Accademia dei Lincei

Presto potrebbero arrivare le prime dosi di vaccino anti Covid 19, ma persistono ancora molti dubbi e molte reticenze di una parte della popolazione. Per questo motivo sul tema è nato un documento dell’Accademia dei Lincei preparato da Alberto Mantovani e Guido Forni, con il contributo di esperti fra cui Rino Rappuoli. Tale documento si propone di condividere le conoscenze come parte della responsabilità sociale dell’antica istituzione scientifica.

Vaccino Covid

A fine novembre è arrivato il via libera da parte dell’ente britannico per i farmaci al vaccino americano prodotto dalla Pfizer. “La scienza fa miracoli — commenta al Corriere della Sera il professor Mantovani, immunologo di fama mondiale, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano e professore emerito dell’Humanitas University —. Non mi riferisco solo al candidato della Pfizer. Ma tutti i vaccini che stanno per essere approvati, anche se in via emergenziale. Lo abbiamo scritto nel rapporto dell’Accademia: è sicuramente un passo importante, che lascia aperte alcune incognite”.

E ancora: “Condividiamo l’idea di un’approvazione accelerata“. In quanto “non possiamo dimenticare il contesto in cui ci muoviamo: le vittime numerosissime e i problemi di salute che verranno, dato che stimiamo che pagheremo un caro prezzo negli anni in termini ad esempio di incidenza di tumori. Ci sono una serie di passaggi burocratici che sono stati snelliti, ma non si sono saltate delle tappe: i vaccini in dirittura d’arrivo saranno stati sperimentati su decine di migliaia di persone, con effetti collaterali a tutt’oggi accettabili”.

Difficile per il momento però stabilire quale sia il vaccino migliore. “Con i dati di due soli mesi di osservazione nella fase 3 non possiamo fare confronti – spiega Mantovani nel documento -. Abbiamo bisogno di una protezione che duri almeno una stagione invernale: siamo al primo km di una corsa di mezzo fondo che si conclude al quinto chilometro, per usare un paragone sportivo. Non esiste il vaccino ‘migliore’ ed è bene che ce ne siano diversi, perché nessuno singolarmente protegge il cento per cento dei soggetti; inoltre, ci possono essere bisogni differenti, sia dal punto di vista logistico che fisiologico. Nel continente africano ad esempio è difficile assicurare la catena del freddo per la conservazione, e alcuni vaccini contro influenza sono disegnati ad hoc per gli anziani.”