> > Covid, don Pietro: "Durante la guerra la messa di Natale non si faceva"

Covid, don Pietro: "Durante la guerra la messa di Natale non si faceva"

Covid e messa di Natale anticipata, il vescovo: "Non è strano"

Covid, don Pietro: "La messa di Natale è una bellissima tradizione, ma non è essenziale".

Don Pietro Sigurani, parroco di Sant’Eustachio, ha parlato della messa di Natale in epoca Covid. “Io mi ricordo che quando ero ragazzo c’era il coprifuoco per la guerra e la messa di mezzanotte non si poteva fare. Se fosse una cosa essenziale, allora discuteremmo. Invece questa è una bellissima tradizione, ma non essenziale. Durante la guerra? Si anticipava. Era la messa di Natale. Noi la chiamiamo messa di mezzanotte ma è quella di Natale e quel giorno ci sono addirittura tre funzioni”.

E ancora: “Dovremmo concentrarci sul Mistero che celebriamo. Dio rispetta il coprifuoco? Gesù Cristo si è sempre adattato, specialmente alle necessità di chi stava in mezzo alla strada. Tanto scalpore per l’orario della messa e noi non abbiamo celebrato la Veglia pasquale, che è invece importantissima. È stato peggio non celebrare la Veglia pasquale”.

Covid, messa di Natale

Per il Covid, la messa di Natale potrebbe essere anticipata di due ore, nel rispetto del coprifuoco. Lo ha deciso il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia sollevando però un polverone. Molti, anche nel mondo ecclesiastico, gli hanno tuttavia dato ragione. Tra questi anche vescovo di Monreale, provincia di Palermo. Non c’è nulla di strano ad anticipare la messa di Natale di due ore. Vorrei dire a Boccia che il problema non è l’orario, ma semmai il rispetto delle regole. E noi le regole le rispettiamo”, dice il vescovo Michele Pennisi a La Repubblica. “Già in Vaticano il Papa celebra due ore prima, e la vigilia di Natale nelle parrocchie c’è già chi celebra la sera alle diciotto. Dov’è il problema? Non ne farei un dramma”.