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Oms, piano pandemico italiano: Guerra accusato di minacce a ricercatore

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Ranieri Guerra è accusato di aver fatto pressioni all'Oms per rimuovere il piano pandemico italiano che, sembrerebbe, risaliva al 2006.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità è accusata di aver cospirato con il Ministero della Salute italiano per aver rimosso un rapporto relativo alla gestione dell’inizio dell’epidemia. Nel documento, realizzato dallo scienziato dell’Oms Francesco Zambon e da 10 colleghi in tutta Europa, vi era scritto che l’Italia aveva un piano pandemico non aggiornato dal 2006 e che per questo si era trovata non pronta ad affrontare l’epidemia.

Piano pandemico dell’Italia

Impreparati ad una simile marea di pazienti gravemente ammalati, la reazione iniziale degli ospedali fu improvvisata, caotica e creativa“, si legge nel rapporto di 102 pagine, intitolato Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell’Italia al Covid. Comparso sul sito web dell’Oms il 13 maggio, il testo fu rimosso il giorno successivo. L’accusa è che l’Organizzazione lo abbia tolto dopo la richiesta di Ranieri Guerra, vicedirettore generale dell’Oms per le iniziative strategiche. Essendo stato direttore generale per la salute preventiva presso il Ministero della Salute tra il 2014 e la fine del 2017, sarebbe stato responsabile dell’aggiornamento del piano pandemico secondo le linee guida aggiornate.

Secondo quanto emerso però sembrerebbe che esso risalisse al 2006. Gli aggiornamenti successivi non contenevano infatti modifiche sostanziali se non nella data. Per questo, secondo quanto ricostruito da Report, Guerra avrebbe chiesto modifiche nel testo dello studio per eliminare i riferimenti al piano del 2006.

Testo che l’Oms ha spiegato di aver rimosso in quanto conteneva inesattezze e congruenze. Una giustificazione che ha destato alcuni dubbi anche perché, per tutti e tre gli inviti che l’ufficio europeo dell’Oms a Venezia ha rivolto agli autori del documento, l’Organizzazione ha invocato l’immunità diplomatica e detto loro di non presentarsi.

“Pressioni e minacce per modificare il rapporto”

Uno di essi, Francesco Zambon, ha affermato di aver “ricevuto pressioni e minacce di licenziamento affinché modificassi il rapporto e scrivessi che il Piano pandemico risale al 2016 e non al 2006, come invece è“. La rimozione dello studio dal sito aveva anche spinto il comitato di cui fanno parte i familiari delle vittime, a presentare un esposto in Procura. Difficile però capire dove porterà l’inchiesta.