> > Vaccino, Cauda: "Non riusciremo a proteggere anziani prima di febbraio"

Vaccino, Cauda: "Non riusciremo a proteggere anziani prima di febbraio"

infettivologo Cauda

Roberto Cauda ha lanciato l'allarme sul fatto che gli anziani non riusciranno a ricevere il vaccino prima di febbraio.

Il direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Policlinico Gemelli Roberto Cauda ha affermato che prima di febbraio sarà difficile riuscire a somministrare il vaccino ai più anziani. Se infatti l’Agenzia europea del farmaco autorizzerà l’utilizzo dell’antidoto sviluppato dalla Pfizer, a metà gennaio arriveranno le prime dosi da inoculare a 1,8 milioni di persone che basteranno soltanto per operatori sanitari e ospiti/personale delle rsa.

Cauda: “Vaccino agli anziani da febbraio”

Questo fa sì che per gli ultra ottantenni la vaccinazione comincerà solo a febbraio. E ci vorrà comunque tempo per proteggere tutti“, ha dichiarato in un’intervista al Messaggero. Il problema, ha spiegato, non riguarda solo chi ha più di 80 anni ma anche i settantenni che saranno vaccinati successivamente. La maggior parte delle vittime sono persone con più di 60-70 anni e pertanto, ha continuato, accelerare il più possibile con la macchina organizzativa servirà a salvare delle vite e ad alleggerire gli ospedali.

Cauda ha poi sottolineato che originariamente il governo pensava che a gennaio sarebbero arrivati più vaccini perché, insieme all’Unione Europea, aveva prenotato 40 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca. La casa farmaceutica ha però registrato un rallentamento nella fase della sperimentazione e dunque anche l’arrivo giungerà più tardi.

Inoltre i test hanno dimostrato un’efficacia del 90% con una procedura trovata quasi per caso, con una somministrazione di mezza dose alla prima iniezione e di una intera nella successiva. Il problema è che per questo tipo di soluzione la sperimentazione è completa solo con i volontari sotto i 55 anni mentre per i più anziani bisognerà aspettare. Una strada, ha concluso Cauda, potrebbe essere quella di vaccinare i più giovani con gli antidoti AstraZeneca e riservare, almeno in una fase iniziale, quelli Pfizer a operatori sanitari e anziani.