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Maestra vittima revenge porn, la preside: "Fatela sbagliare"

Revenge Porn

Durante l'udienza è stato fatto ascoltare un audio in cui la preside dichiarava di volere un pretesto per licenziare l'insegnante.

Un audio compromettente della preside dell’asilo del Torinese, che ha licenziato l’insegnante vittima di revenge porn, è stato fatto ascoltare in udienza al processo che vede la dirigente sul banco degli imputati. Un breve messaggio inviato dalla preside alle colleghe della maestra vittima di revenge porn, poco prima che quest’ultima si licenziasse.

L’audio della preside

Io prendo ogni pretesto per mandarla via. Cercate di farla sbagliare” si sente nell’audio che la dirigente ha inviato alle maestre. La preside è finita a processo per una vicenda che è stata al centro dell’attenzione per diverso tempo. Una maestra d’asilo è stata vittima di revenge porn. Il suo ex ragazzo ha diffuso un video intimo sul gruppo degli amici del calcetto, che hanno commentato le immagini. Uno di questi è il padre di una bambina che frequentava l’asilo e in poco tempo la moglie ha diffuso il video anche agli altri genitori e alla dirigente scolastica che, ha costretto la maestra a dimettersi. La preside ha dichiarato di averlo fatto per proteggerla, mentre la maestra è convinta sia stato fatto per proteggere il nome della scuola, usando la sua vita privata. Questo audio è la prova che la dirigente aveva già la volontà di allontanare dall’asilo l’insegnante.

Durante l’udienza è stata sentita un’altra collega come testimone, ma ha usato molti “non ricordo” per rispondere alle domande. L’accusa ha letto alcuni passaggi della deposizione che aveva reso lei stessa nel corso delle indagini. “Per quella storia la collega stava male, era sconvolta. Noi cercammo di consolarla, di starle vicino, manifestammo il nostro affetto con abbracci e pacche sulla spalla. La dirigente le consigliò di prendersi un periodo di riposo e la lasciò libera di decidere se dimettersi o meno. Era la nostra collega, dopo la riunione, a volersi dimettere: disse che non se la sentiva di guardare in faccia i genitori e i bambini” ha dichiarato la testimone. Una versione diversa da quella raccontata dalla vittima, che ha spiegato di essere stata convocata a scuola e di aver subito un processo da parte della dirigente e delle colleghe, che l’hanno umiliata, dicendole che è una svergognata e costringendola a dimettersi.