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Scuola, i presidi del Piemonte: "Impossibile rientro così"

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Scuola, i presidi del Piemonte non accettano le regole della Regione: "Il rientro in classe così è impossibile"

Mentre il governo è alle prese con nuove misure da introdurre per limitare il contagio durante le festività, negli istituti scolastici si pensa al ritorno in classe, previsto a gennaio. Anno nuovo, stessa storia: per i presidi di vari istituti del Piemonte i problemi sono gli stessi di inizio anno scolastico.

Presidi Piemonte: “Impossibile ritorno a scuola”

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, almeno secondo i presidi degli istituti superiori del Piemonte. Da loro è stata chiesta l’autonomia organizzativa per preparare il grande rientro in aula del 7 gennaio. Il ritorno sui banchi di scuola del 75% degli studenti, infatti, rischia di scontrarsi con i problemi strutturali degli edifici, argomento già affrontato all’inizio dell’anno scolastico. Il ritorno in classe potrebbe essere messo in discussione dagli stessi dirigenti: le aule sono troppo piccole, e non sarebbe garantita la sicurezza per i propri alunni. Così arriva la proposta: “Prevedere la presenza a scuola del 50% delle classi“. Un documento inviato al presidente Cirio, ai prefetti e al direttore Manca dall’Anp regionale, espone i problemi del piano che prevede un doppio turno (8-14 per il 40% degli allievi e 10-16 per il restante 60%). Pasti, trasporti e personale: per i presidi c’è qualcosa che non va.

I problemi del doppio turno

Cruciale, per i dirigenti scolastici del Piemonte, è il tema trasporti. Posticipare l’uscita degli istituti tecnici alle 18 per più giorni significherebbe obbligare gli alunni “ad un rientro in orario serale, quando il sistema subisce rallentamenti o, peggio, è sovraccarico per la presenza di lavoratori”. E inoltre: “Rimarrebbero poche possibilità di dedicarsi seriamente allo studio”. Anche i pasti diventano un problema con i nuovi orari. “Le condizioni di permanenza a scuola sono già complicatissime fra distanziamenti, mascherine, turni per l’utilizzo dei servizi igienici e permanenza al banco -si legge-. Risulterebbe molto difficile aggiungere a questo l’impossibilità al consumo di un pasto in condizioni per lo meno accettabili”. In più per i presidi ci sono problemi con il Personale Ata, i docenti e il loro cambiamento di orario, i corsi di recupero pomeridiani. Inoltre, la paura è che ci sia la possibilità che dopo il via libera natalizio a gennaio ritornino sui banchi contagiati ancora asintomatici. Insomma, per i presidi la scuola non ha superato l’esame. E quindi arriva una proposta: “Procrastinare l’apertura all’11 se non al 18 gennaio, dotare le scuole di sistemi di ricambio dell’aria e il personale di mascherine di tipo Ffp2″.