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L'allarme dei medici: "Tra regali e aperitivi ospedali pieni presto"

coronavirus numeri terapie intensive

I medici lanciano l'allarme: "Chi ora si diverte facendo regali e aperitivi, rischia di passare il Capodanno in ospedale".

Mentre gran parte della popolazione pianifica le spese natalizie e i vari regali da comprare, ora che anche la Lombardia è diventata zona gialla, negli ospedali della Regione si prepara già un piano per affrontare la terza ondata. Lo affermano i medici: ci sarà. E se la situazione non cambia, già a Capodanno gli ospedali saranno di nuovo pieni.

Medici contro lo shopping natalizio

“Non vorrei sembrare una Cassandra, ma temo che quelli che si stanno divertendo a comprare i regali e prendere l’aperitivo rischino di fare il Capodanno in corsia“. Il rischio è proprio questo, secondo Antonella d’Arminio Monforte, infettivologa dell’ospedale San Paolo: sottovalutare -ancora una volta- il virus, e mettere a rischio la propria salute e quella dei propri cari per festeggiare in grande stile il Natale. Ma le festività natalizie saranno necessariamente diverse, e i medici si stanno appellando a un senso civico dei cittadini che, come si è potuto osservare durante il primo giorno di zona gialla, tende a mancare. Specialmente se si parla di shopping natalizio. “Questa volta i cittadini non sono esentati dall’avere un loro ruolo attivo responsabile e guidato dal senso civico -commenta Andrea Gori, direttore del reparto Malattie infettive del Policlinico Ca’ Granda-. È vero che i negozi sono aperti e che c’è la zona gialla, ma questo non autorizza comportamenti poco seri. Noi abbiamo ancora tutti i reparti pieni, dobbiamo ancora smaltire i pazienti della seconda ondata, non potremo fare nemmeno un giorno di ferie, se tra Natale e Capodanno scoppia di nuovo l’inferno, come temiamo“. La Regione Lombardia avrebbe infatti concesso qualche giorno di riposo ai medici stremati dal duro lavoro durante l’emergenza sanitaria: se la situazione, però, peggiorerà, non sarà così. “O la gente si auto regola, oppure non c’è alternativa. Non vedo come venirne fuori -continua Andrea Gori-. Basta guardare cosa succede in Veneto dove sono messi malissimo, se molliamo adesso in Lombardia torniamo al punto di partenza. Dobbiamo pensare che per il 2021 sarà tutto un su e giù. Se aspettiamo il miracolo col Dpcm stiamo freschi: il governo non può fare altro che chiudere e aprire, non ha la bacchetta magica per far sparire il virus. È il singolo che deve fare la sua parte“.

Allarme medici: “Presto ospedali pieni”

Il mondo scientifico è d’accordo: se la popolazione continua così, gli ospedali torneranno a riempirsi, dopo un miglioramento verificatosi grazie alla stretta agli spostamenti di novembre.

“Per noi medici in prima linea è veramente doloroso guardare le immagini della folla che fa shopping. – commenta la professoressa D’Arminio Monforte-. Per carità io capisco, siamo in zona gialla, riprendere un po’ è giusto, far lavorare il commercio e i bar, ma francamente la calca non si può vedere. Noi abbiamo tutti i letti occupati, siamo stremati da mesi di lavoro durissimo, continuiamo a vedere la gente morire e quelli fuori pensano all’aperitivo? Davvero, per noi è inconcepibile”.

Galli: “Atteggiamenti poco responsabili”

Sono dure le parole del professor Massimo Galli, preoccupato dalla folla di persone accalcata nei negozi. “Vedo atteggiamenti poco responsabili. Se appena si alzano le saracinesche tutti si precipitano in centro a far compere, come se nulla fosse successo e tutto fosse risolto, a breve saremo nella stessa situazione di prima -commenta-. Purtroppo, anche se ormai in Lombardia può essere che il 30 per cento della popolazione sia stata già colpita dal virus, questo non significa che ci sia immunità di gregge, questa malattia ha anche il vizietto di vedere una caduta abbastanza rapida del tasso anticorpale: chi ha avuto l’infezione naturale non ha garanzia di non reinfettarsi. Magari potrebbero rifare la malattia in modo meno grave, ma la circolazione del virus continuerà ad avere importanza“.