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Toscana, Campania e Abruzzo, Cts: "Non anticiperemo la zona gialla"

Eugenio Giani

Il Cts è preoccupato per un possibile aumento dei contagi dopo le festività natalizie e non vuole anticipare i tempi.

Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, unitamente ai colleghi di Campania e Abruzzo, potrebbe vedere preso la sua Regione in zona gialla, ma solo per poco. Solo fino al 20 dicembre, quando cioè dovrebbe scattare una zona arancione in tutta Italia per limitare gli spostamenti durante il periodo natalizio. “Siamo arancioni ancora per poco, – dice Giani –. Ribadisco la mia amarezza perché vi è una palese disparità di trattamento tra una Toscana che oggi è quindicesima nei parametri su come il Covid è penetrato nella nostra società, mentre davanti a noi, in una situazione di maggiore problematicità, ci sono tante regioni che sono in zona gialla”.

Toscana, Campania e Abruzzo: “Non anticiperemo la zona gialla”

Eugenio Giani ha chiesto ufficialmente che la sua Regione venga promossa a zona gialla con qualche giorno di anticipo. Tuttavia il Comitato tecnico scientifico è preoccupato per un possibile aumento dei contagi dopo le festività natalizie. Per questo motivo sta spingendo con il governo perché si fortifichino le misure e dunque non se la sente di dare il via libera anticipatamente alla Toscana. La Regione quindi è chiamata a rispettare i tempi previsti ed entrerà in zona gialla solo poche ore prima della proclamazione a zona arancione per tutta Italia. Una situazione ai limiti dell’assurdo che non può che trovare la disapprovazione di Giani.

Anche Marsilio per l’Abruzzo ha parlato di “un percorso diverso” verso l’allentamento della stretta. “Ci hanno trattato come una Regione canaglia, che agisce in spregio delle regole e persino della vita. Ma se è per questo, io avevo istituito la zona rossa in anticipo” ha continuato Marsilio. E ancora: ”Rivendico il buon senso. E la facoltà di inasprire le misure quando la situazione peggiora e di allentarle quando migliora. Senza certi irrigidimenti burocratici”.

Infine: “Nella prima fase, il lockdown nazionale è servito a tamponare i ritardi nelle misure di contenimento nelle aree più colpite. Ma da aprile, abbiamo avuto aree d’Italia a contagio zero. A quel punto, era diventato difficile giustificare le chiusure. Forse avrebbe avuto senso tirare il freno a novembre, mettendo in sicurezza tutto il Paese, per poi riaprire a dicembre, lasciando liberi gli italiani a Natale e facendo ripartire il turismo invernale“.