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Covid, Crisanti: "Zone rosse funzionano, le gialle no"

Crisanti

Il direttore del laboratorio di microbiologia dell'Università di Padova è convinto che le uniche a funzionare realmente sono le zone rosse.

Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, è intervenuto in diretta nella trasmissione Radio Anch’io su Rai Radio1 e ha parlato delle misure che hanno portato alla divisione in colore delle Regioni italiane. Secondo l’esperto le zone rosse funzionano, mentre le gialle no, come ha dimostrato il Veneto.

Crisanti sul Covid

Se c’è una lezione che si può imparare dall’esperienza dell’ultimo mese, è che le zone rosse in qualche modo funzionano, mentre le zone gialle non funzionano e il Veneto è un esempio. Comunque rimane sempre la problematica di cosa fare una volta che la zona rossa ha permesso di abbassare i casi” ha spiegato Crisanti, che all’Adnkronos Salute ha spiegato che se l’Italia dovesse realmente arrivare al Natale e al Capodanno in giallo sarebbe un vero problema. Le varie città italiane sono state fotografate durante i primi giorni di “riapertura” ed erano piene di folla per le strade. Il virologo lo ha definito un fenomeno “comprensibile“, visto che la gente è molto stressata e si ritrova quasi a pensare che visto che qualsiasi cosa si faccia la situazione non cambia, allora tanto vale sfruttare la libertà il più possibile.

La Germania ha fatto un investimento gigantesco di contact tracing e ora tutti hanno capito che non è sufficiente per questo tipo virus e quindi bisogna fare strategie diverse. Io sono stupefatto che si spendono miliardi e miliardi in consumi e non si riesca a fare un investimento per portare l’Italia fuori da questa situazione” ha spiegato Crisanti. “Ci sono esempi tra cui Corea, Giappone, Taiwan, Nuova Zelanda, Australia… la fila è lunga e queste non sono dittature. Taiwan, per esempio, ha combinato un’azione di contact tracing ‘manuale’ implementato con strumenti informatici potenti che permettono di identificare la rete di contatti e una capacita di test molecolari senza precedenti. Noi, invece, ci siano affidati a test rapidi che non hanno la sensibilità giusta per questo obiettivo” ha aggiunto l’esperto. Secondo Andrea Crisanti in Italia è mancato un investimento per creare una rete di sorveglianza nazionale e appianare le differenze tra le Regioni.