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Le Foche: "Con l'estate saremo fuori. Natale solo con moglie e figli"

Le Foche coronavirus

"Con l'arrivo dell’estate e una buona percentuale di vaccinati, saremo fuori o almeno quasi". Ma sul Natale non ha dubbi: "Serve massima prudenza".

Il professor Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I di Roma, si dice “ottimista” pensando al futuro andamento del coronavirus e ribadisce la sua “fiducia nella scienza”: per lui “con l’arrivo dell’estate, se avremo raggiunto una buona percentuale di vaccinati, saremo fuori o almeno quasi fuori”.

Le Foche, quando finirà l’emergenza coronavirus

L’immunologo Francesco Le Foche più volte si è mostrato fiducioso sul futuro del virus. Solo lo scorso ottobre aveva dichiarato: “In primavera l’epidemia sarà domabile, mascherine decisive”. Intervistato prima delle festività natalizie dal Corriere della Sera, Le Foche ha ribadito la sua posizione, dicendosi fiducioso nei confronti della scienza e della storia. Infatti, ha commentato: “Credo nella scienza. E anche nella storia. L’uomo ha sempre usato la scienza per risolvere i problemi che si è trovato ad affrontare. Quando ero bambino, un mio compagno di classe aveva la poliomielite. Oggi la polio non c’è più, perché abbiamo il vaccino”. Lo spiega anche nel suo libro, “Sì, andrà tutto bene”, sostenendo che riusciremo presto a uscire dall’emergenza sanitaria attuale.

Ma sul numero di vittime che nel nostro Paese continua a essere alto, ha spiegato: “Le cause sono ormai abbastanza note e condivise. L’elevata anzianità della nostra popolazione, il nostro sistema sanitario “ospedalocentrico” e povero sul territorio, il basso numero delle terapie intensive, pochi medici e infermieri“.

“Credo che con l’arrivo dell’estate, se avremo raggiunto una buona percentuale di vaccinati, saremo fuori o almeno quasi fuori”, ha precisato Le Foche. Commentando invece le parole di Gino Strada, secondo il quale non ne usciremo prima di due o tre anni, ha detto: “Penso si riferisse alla situazione mondiale. E ha senz’altro ragione. In alcune zone del pianeta, l’Africa ma non solo, la vaccinazione andrà avanti molto più lentamente che altrove. Quindi il virus continuerà a circolare a livello globale. Ma, se noi avremo messo in sicurezza le persone fragili, la situazione sarà gestibile. Proprio per questo bisogna accelerare sui vaccini“.

E il vaccino in Europa sembra essere sempre più vicino. “Sono stati tagliati i tempi della burocrazia e quelli per la ricerca dei fondi, visti gli stanziamenti pubblici e privati che sono arrivati. Ma il rigore scientifico non è stato toccato. Dopodiché sia chiaro, io non ho paura dei no vax. Sono nati nell’800 dopo che era stato trovato l’antidoto per il vaiolo, furono messi in crisi da Napoleone che lo impose alle sue truppe, poi hanno ripreso piede. Ci sono sempre stati, ma restano una minoranza. Quelli che mi interessano sono i dubbiosi, quelli che tentennano. Per loro serve una comunicazione comprensibile, empatica”, è il giudizio di Le Foche.

Sul vaccino a medici e infermieri, i primi protagonisti della campagna vaccinale, l’immunologo si augura che tutti si sottoporranno: “Spero che abbiano la sensibilità scientifica, etica e morale di scegliere il vaccino per raggiungere l’immunità di gregge, che non a caso si chiama anche immunità solidale. Il valore del vaccino è proprio questo: proteggere anche chi non lo può fare. Un bambino che ha il tumore, per esempio”. Lui non ha dubbi: non appena sarà possibile, si vaccinerà. “Se uno fa il mio mestiere non può non avere questa sensibilità, alla fine il medico lo fai per aiutare gli altri, no? La vaccinazione ha risolto tutte le patologie più importanti del mondo. Anche se oggi sembra impossibile, i bambini morivano di tetano, di pertosse. Se oggi non succede più è proprio grazie ai vaccini. E andrà così anche con il Covid che, ricordiamocelo, se avesse avuto due tacche di mortalità in più, avrebbe distrutto l’umanità.

Il Natale secondo Le Foche

In un periodo in cui si fa sempre più sentire il desiderio di serenità, condivisione e anche di un pizzico di spensieratezza, il Natale si prevede anomalo e lontano dalla nostra tradizione. Ma per il professore Francesco Le Foche, serve la massima prudenza. Anche se, per chi deve chiudere, occorrono ristori immediati e pieni. Cosa che non è stata, generando una certa insofferenza per le regole”.

A Natale Le Foche ha fatto sapere che resterà “solo con moglie e figli, i nonni staranno a casa loro. Brinderemo su Skype”.