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Covid, la curva dei contagi è ferma: "Risultati dopo 6 gennaio"

Contagi Covid

Dopo il 6 gennaio si vedranno i risultati di tutte le norme entrate in vigore durante le feste.

La curva dei contagi da Covid è ferma, con qualche piccolo segnale di flessione, alcune situazioni critiche in diverse Regioni e ancora troppo ingressi nelle terapie intensive e decessi. A Natale, se tutto andrà come previsto, si riuscirà ad avere una riduzione dei decessi sotto i 500 morti al giorno.

La curva dei contagi Covid

I tamponi per Coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 176.185, con un leggero calo rispetto alla giornata precedente. Il tasso di positività, ovvero il rapporto positivi-test, è del 9,2% in flessione rispetto al 10% del giorno prima. I pazienti in terapia intensiva per il Covid sono calati di 35 unità e i ricoverati nei reparti ordinari sono in calo di 405 unità. Le vittime sono state 553. Le analisi statistiche, secondo quanto segnalato dall’Iss, segnano un andamento oscillante, con tante variabili che potrebbero influenzare di nuovo la curva dei contagi. Lo ha spiegato il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Già si è registrato l’effetto dell’aumento dei contatti del periodo del black friday, alcuni giorni, dal 21 al 27 novembre, che hanno inciso 10-14 giorni dopo” ha spiegato. Sebastiani ha confermato una leggera diminuzione della percentuale dei positivi, dal 25 al 22%. “Comunque, se la previsione verrà confermata, a Natale la curva media dei decessi scenderà sotto i 500 al giorno” ha aggiunto.

La paura degli esperti è che le giornate di shopping di questi giorni prima delle feste, possano contribuire nuovamente alla diffusione del virus. “Temo anche che ripresa la scuola arrivi prima che ci sia stata evidenza chiara di un risultato positivo della stretta che scatterà il 24. Per vedere i primi effetti bisognerà aspettare il 6 gennaio circa, ed il rischio è che potremmo trovarci con la ripresa della scuola in una fase epidemica ancora delicata. Buona cosa sarebbe valutare la situazione epidemica a metà gennaio prima di ripartire” ha spiegato l’esperto, che ha sottolineato anche alcune incongruenze sui dati regionali. La sua analisi vede una situazione particolarmente critica a Trento, rispetto a quella dell’Abruzzo, che invece si trova in zona arancione. “Sarebbe utile avere tutti i dettagli dell’algoritmo così qualsiasi scienziato potrebbe implementarlo e con un lavoro di analisi identificare i principali fattori che contribuiscono all’assegnazione delle classi delle regioni. Cosa che sarebbe utile ai governatori per indirizzare alcune scelte locali sulle quali hanno potere” ha aggiunto.