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Covid, passa ad alto il livello di rischio nel Lazio: gli scenari

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Il Lazio è ad alto rischio, è questo quanto è emerso dall'ultimo monitoraggio dei dati covid dell'Iss.

Continua il monitoraggio da parte dell’Istituto Superiore di Sanità in merito all’andamento del contagio covid in Italia e, nell’ultima rivelazione resa pubblica il 18 dicembre, a preoccupare è il Lazio, da sempre zona gialla, ma il cui livello di rischio valutato in base ai noti 21 indicatori è passato ora ad alto. La Regione della Capitale è una di quelle che maggiormente preoccupa insieme al Veneto e alla Liguria. Nello specifico nel Lazio l’indice Rt è tornato preoccupantemente sopra quota 1, considerata la soglia di sicurezza.

Covid, il Lazio è ad alto rischio

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha così commentato i dati nella consueta conferenza stampa del venerdì: “L’Rt è il primo indicatore a muoversi, poi viene seguito dall’aumento dei nuovi casi e poi dai ricoveri. Quindi un Rt in crescita, anche minima, è un elemento di grave preoccupazione, perché vuol dire che la trasmissione dell’infezione sta riprendendo. Nelle regioni a rischio alto si è in uno scenario di tipo 2, quindi di ricrescita della circolazione, e per questo bisogna essere tempestivi nell’adozione delle misure restrittive”.

Interpretando le parole di Brusaferro è dunque lecito pensare che se non ci fosse stato il nuovo decreto legge per il Natale, che crea per tutto il periodo natalizio delle zone rosse nei festivi e nei prefestivi e arancioni negli altri giorni tra il 24 e il 6 gennaio, il Lazio sarebbe potuto passare ad un livello di rischio maggiore, e dunque in zona arancione già da questo weekend. “In particolare – sottolinea Brusaferro – 3 Regioni (Lazio, Liguria e Veneto) sono classificate a rischio Alto. Nessuna di queste è stata classificata a rischio Alto per 3 o più settimane consecutive”.

Lazio ad alto rischio: gli scenari

Dai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e pubblicati sul loro sito internet, si evince che le problematiche del Lazio sono ricollegabili sostanzialmente a tre aspetti. Il primo, come accennato, è l’indice Rt che ha superato quota 1 (è all’1,04), seguito dal trend dei focolai in netta crescita e dai parametri dell’impatto che i casi di nuovi positivi hanno sulle strutture ospedaliere con i posti letto occupati negli ospedali che sono sopra la soglia critica.

I dati potrebbero dunque condurre dopo le festività il Lazio in zona arancione qualora gli indicatori non dovessero subire delle modifiche al ribasso. Si entrerebbe di fatto in uno scenario di tipo 2 che, come indicato dall’Iss stesso, è una “situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel brevemedio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1,25, nel caso in cui non si riesca a tenere completamente traccia dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici, ma si riesca comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie”.