> > Pescatori liberati tornano a Mazara del Vallo, l'abbraccio con le famiglie

Pescatori liberati tornano a Mazara del Vallo, l'abbraccio con le famiglie

pescatori liberati mazara

Sono finalmente giunti a Mazara del Vallo i 18 pescatori liberati giovedì scorso dopo 107 giorni trascorsi imprigionati nelle carceri libiche.

Nella mattinata di domenica 20 dicembre sono finalmente tornati a Mazara del Vallo i 18 pescatori liberati lo scorso giovedì dopo 108 giorni trascorsi imprigionati nelle carceri libiche. Malgrado la forte pioggia abbattutasi in queste ore sulla città siciliana sono decine i parenti radunati sul molo per riabbracciare dopo mesi i pescatori, giunti in Italia dopo circa sessanta ore di viaggio a bordo dei pescherecci Antartide e Medinea.

Pescatori liberati tornati a Mazara del Vallo

Scortati dalla nave della Marina Militare Carlo Margottini, i due pescherecci con a bordo i pescatori sono entrati nel porto di Mazara intorno alle ore 10 del mattino, dopo essere partiti da Bengasi all’una di notte di venerdì scorso. Proprio dalla Marina Militare è stata fornita l’ultima cena consumata a bordo dagli uomini appena liberati, assieme ad un biglietto che recitava “Bentornati a casa”.

Dopo essere entrati in porto, quattro operatori sanitari della Asp di Trapani hanno effettuato i tamponi ai pescatori. Sul molo intanto, sono decine le persone radunatesi sotto la pioggia battente per poter riabbracciare i familiari tornati a casa. Tra questi anche la signora Anna Giacalone, madre di uno dei pescatori prigionieri, che ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti: “Non vedo l’ora di abbracciare mio figlio. Non sto nella pelle, questi giorni non passavano mai. Finalmente ci siamo“.

Il commento del sindaco di Mazara

Poche ore prima dell’arrivo dei pescatori in porto, il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci ha lanciato un appello alle autorità competenti affinché il comparto della pesca possa continuare ad operare di nuovo in totale sicurezza, senza il timore di ulteriori episodi di questo tipo:Ci dicano se possiamo continuare a lavorare o se dobbiamo tirare i remi in barca. […] La pesca garantisce 600 posti di lavoro e altre migliaia nell’indotto. L’Ue si faccia protagonista di una svolta che ridisegni le politiche economiche del Mediterraneo”.