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Veneto: difficoltà nel reperimento di personale sanitario per reparti Covid

veneto, e la difficoltà di reperire personale sanitario per reparti covid

In Veneto è emerso che la regione ha dovuto cestinare circa 4000 assunzioni, perchè i vincitori di concorso hanno rifiutato l'assunzione nei reparti Covid

Nell’emergenza contro il Covid, non tutti hanno deciso di accettare la sfida. Stiamo parlando di medici, infermieri, tecnici di laboratorio e operatori sociosanitari, che hanno deciso di rifiutare l’assunzione in ospedale, pur di non lavorare nei reparti Covid del Veneto.

Veneto: in 4000 hanno rifiutato l’assunzione nei reparti Covid

Sono 4213 i medici , infermieri, operatori sociosanitari, e anche tecnici di laboratorio, che hanno rifiutato di essere assunti in ospedale, per la precisione in Veneto, pur di non lavorare in un reparto Covid, e trovarsi quindi vis a vis con il temuto virus.

A raccontare la vicenda durante il punto stampa del presidente della Regione Luca Zaia, è Patrizia Simonato, direttore generale di Azienda Zero, l’ente di raccordo del sistema sanitario regionale del Veneto: –“Non manca la volontà di assumere. Ciò che manca è la disponibilità di medici e personale sanitario in genere, soprattutto nelle specialità che più servono contro il Covid, ossia personale di pronto soccorso e di anestesia e rianimazione. Quando li troviamo spesso rifiutano di firmare il contratto quando scoprono di essere destinati a reparti di trincea contro il virus”.

Poi continua: -“Nell’area della libera professione abbiamo avuto questa amara sorpresa, con 4.213 domante pervenute, accolte e poi cestinate per non gradimento della destinazione”.

A dar conto di quanto spiegato dalla manager Simonato, i numeri impietosi: a Luglio la regione Veneto, ha messo a concorso 128 posti di pronto soccorso, di questi ne sono stati assegnati solo 14, a medici specializzati e 25 a medici specializzandi. Stesso copione in questo mese di Dicembre: 107 i posti a concorso, assunti 14 specializzati e solo 39 specializzandi. La colpa comunque, come fa notare qualcuno, non è tutta della poca volontà di entrare in reparti Covid, ma anche della troppa burocrazia che affligge ogni aspetto della società italiana, visto che per legge, le Usl non possono assumere medici che non siano specializzati o specializzandi; lasciando fuori dal circuito lavoro laureati e abilitati che non rientrano nelle due categorie sopracitate, costretti dunque al limbo del precariato.