> > Nuova variante Covid, Burioni: "Niente panico, è normalità"

Nuova variante Covid, Burioni: "Niente panico, è normalità"

Nuova variante Covid, Burioni: "Niente panico, è normalità"

Nuova variante Covid, Burioni rassicura sul fatto che sia normale una mutazione quando nei nuovi virus. Le parole del virologo su Twitter.

Nuova variante Covid, Burioni rassicura che non ci sia nulla di insolito. Il noto virologo aveva dedicato un post sul suo account ufficiale Twitter alla situazione che vede il Regno Unito in difficoltà, quando c’erano già le prime avvisaglie di una mutazione.

Burioni sulla nuova variante Covid

Roberto Burioni ha twittato: “Si parla di una nuova variante inglese del coronavirus ma niente panico. Niente fa pensare che sia più pericolosa, che causi una malattia più grave o che sfugga alla protezione indotta dal vaccino. Mutanti insorgono spesso quando un nuovo virus circola”. Anche Massimo Galli, Matteo Bassetti e altri colleghi virologi la pensano allo stesso modo.

“La notizia dell’alta contagiosità del virus non deve farci cadere nella depressione, anche perché ci sono buone probabilità che la profilassi in arrivo proteggerà anche contro il ceppo inglese”, ha dichiarato l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli.

Bassetti: “I vaccini funzioneranno”

Secondo quanto sottolineato da Bassetti, i virus sono in continuo mutamento perché cambiano per sopravvivere. “Occorrerà continuare a studiare il genoma virale dei ceppi di virus isolati nel nostro paese”, ha dichiarato il direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, “I vaccini già approvati o ancora in studio funzioneranno lo stesso in quanto i vaccini fanno produrre al nostro corpo anticorpi contro molte parti della proteina spike e la mutazione descritta riguarda solamente una piccola parte”.

Massimo Andreoni, direttore dell’unità di malattie infettive di Tor Vergata, ha detto ai microfoni di Radio Cusano Campus: “La mia sensazione è che abbia un impatto modesto sul vaccino e a livello clinico. La discussione dovrebbe tenersi su tavoli scientifici prima che sui media, soprattutto in una fase in cui dobbiamo convincere le persone a vaccinarsi”.