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Gimbe: "Gli effetti delle misure anti contagio sono sempre meno evidenti"

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La fondazione Gimbe ha lanciato l'allarme sulla necessità di rivedere la gestione della pandemia: gli effetti delle misure sono sempre meno evidenti.

Nonostante la curva dei contagi stia decelerando, secondo la fondazione Gimbe le misure messe in campo contro il coronavirus stanno esaurendo i loro effetti. Le ospedalizzazioni ordinarie e le terapie intensive occupate sono infatti ancora sopra la soglia di saturazione rispettivamente in nove e otto regioni italiane.

Gimbe: “Effetti misure meno evidenti”

Nel periodo compreso tra il 16 e il 22 dicembre, gli studiosi hanno rilevato una lieve flessione dei nuovi casi positivi e una stabilità dei tamponi effettuati, cosa che denota una diminuzione del tasso di positività sui test condotti. Anche i soggetti attualmente positivi sono in diminuzione (-9,2%) così come i ricoveri dei soggetti sintomatici (-8,8%) e i decessi (-13,7%).

Secondo il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta i numeri dimostrano che, nonostante i contagi scendano, “la frenata è sempre meno evidente, come documentato dalla stabilizzazione del rapporti positivi/casi testati e positivi/tamponi totali, dalla modesta riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali e dalla lieve flessione dei nuovi casi settimanali“.

Anche Renata Gili, responsabile di ricerca sui servizi sanitari di Gimbe, ha messo in luce come l’aumento percentuale dei casi positivi, che nella settimana precedente era in flessione su tutto il territorio nazionale, ha ora invertito la tendenza in sei regioni. Anche le terapie intensive sembrano decrescere più lentamente: l’occupazione di posti ordinari da parte dei pazienti Covid è ancora oltre il 40% in area medica in nove Regioni, e oltre il 30% in otto Regioni per quanto riguarda le rianimazioni.