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Covid, Iss: “Indice Rt 0.93. In crescita da tre settimane”

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Cresce ancora la curva dei contagi per la terza settimana consecutiva. Indice Rt pari a 0.93.

Rìtorna a crescere la curva dei contagi in Italia. L’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità ha infatti evidenziato per la terza settimana consecutiva l’aumento dell’indice Rt che è passato da 0.90 a 0.93. In Veneto, Liguria e Calabria inoltre è tornato a prospettarsi uno scenario di tipo 2 con l’indice Rt che ha superato il valore 1. Dalla bozza del monitoraggio si legge tuttavia che “l’occupazione dei posti letti in terapia intensiva, è sotto la soglia critica”. Dal monitoraggio inoltre è stato riscontrato un lieve abbassamento dei ricoveri sia in terapia intensiva, sia nelle altre aree mediche.

Covid, Iss: “Indice Rt 0.93”

L’indice Rt nazionale è passato da 0.90 a 0.93. Questo è quanto è stato rilevato dall’ultimo monitoraggio settimanale stilato dall’Istituto Superiore della Sanità. Dal monitoraggio si legge infatti che: “Continua il segnale di controtendenza nell’indice di trasmissione segnalato nelle due precedenti settimane nell’intero Paese, aggiungendo inoltre che l’epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali”.

Dal report è stato infatti rilevato che sono ben tre le regioni a superare il valore di 1, vale a dire Calabria, Liguria e Veneto. Marche, Emilia-Romagna e Friuli Venezia-Giulia sfiorano il valore medio, mentre Basilicata, Puglia e Lombardia superano il valore medio. A preoccupare particolarmente è la situazione dei contagi in Veneto. Nel report infatti viene evidenziato come a preoccupare non sia solo l’indice Rt, ma anche l’incidenza della curva dei contagi.

Iss, cosa si rischia dopo Natale

Cosa potremo rischiare una volta terminate le festività Natalizie? Il report stilato dall’Iss su questo punto parla chiaro. Stando infatti a quanto riportato si andrebbe incontro ad un “rapido aumento dei casi a livelli potenzialmente superiori rispetto a quanto osservato a novembre in un contesto in cui l’impatto dell’epidemia sugli operatori sanitari, sui servizi e sulla popolazione è ancora significativamente elevato”.