> > Covid, lettera di una paziente ai medici: "Mi avete salvata"

Covid, lettera di una paziente ai medici: "Mi avete salvata"

Paziente Covid

Le parole toccanti di una paziente guarita dal Covid nei confronti dei medici dello Spallanzani.

Una paziente che è stata ricoverata all’Istituto di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani ed è guarita dal Covid ha scritto una lettera molto toccante ai medici che si sono presi cura di lei durante il ricovero. Una lettera piena di gratitudine, indirizzata al direttore sanitario Francesco Vaia, al professor Nicastri e alla dottoressa D’Abramo.

Lettera di una paziente Covid

La paziente, grazie alle cure dei medici dello Spallanzani, è guarita dal Coronavirus e si trova di nuovo tra i propri affetti. Le sue parole, che sono state condivise in forma anonima da Francesco Vaia, hanno colpito tutti. “Che risveglio stupendo! Una lettera meravigliosa che riempie il cuore. Premio unico ed insostituibile al nostro lavoro l’affetto dei nostri Pazienti. Chiudiamo l’anno con tre certezze: il virus c’è, si può battere, con la nuova arma del vaccino lo sconfiggeremo!” ha scritto il direttore in un post su Facebook. Leggere le parole della paziente ha dato ancora più forza ai medici dello Spallanzani, che continuano a lottare contro il virus. “La mia degenza nel Vostro ospedale si chiuderà tra pochissimo, dopo oltre 45 giorni carichi di emozioni. Ho avuto paura, non lo nascondo: questo virus maledetto incute terrore nonostante voi, uomini e donne di Scienza, lo abbiate sufficientemente identificato e parzialmente snidato. Io mi inchino davanti a chi rischia la propria vita per salvare quella degli altri. È scritto nel Talmud di Babilonia: ‘Chi salva una vita salva il mondo intero’. Voi avete salvato la mia, dedicandomi tempo e passione. Non mi sarà possibile dimenticarlo” ha scritto la paziente.

Ho avuto paura, lo confermo, ma qui mi sono sentita spalleggiata, protetta in ogni momento. Diciamo anche ‘coccolata’, perché anche questo serve quando si trascorre così tanto tempo lontano dai propri affetti. Non vi siete risparmiati, sappiatelo. In nulla. Non potrò dimenticare la grande cortesia di Andrea, lui che per primo si prese cura di me quando, in lacrime, la sera del 13 novembre, salutai mio marito e mio figlio e presi possesso del mio letto, il numero 14 (poi diventato 5). E come non citare tutte le infermiere che, operano nella Quarta Divisione: instancabili, professionali e sempre con il sorriso” ha continuato la paziente, ricordando il giorno in cui è stata ricoverata. “Sapete quale è stato, per giorni, il mio cruccio più grande? Quello di temere che, una volta uscita da qui, nel caso avessi incontrato uno di voi, non avrei mai potuto riconoscerne le fattezze. Fa venire questi pensieri la bestia Covid. Perché ci costringe a vivere mascherati, come astronauti. È stato un onore avervi conosciuto. Grazie, direttore Vaia, grazie professor Nicastri. Grazie dottoressa D’Abramo anche per quella Sua straordinaria sensibilità che, appena pochi minuti fa, mi ha dimostrato venendomi a salutare. Grazie a tutti per avermi riportato alla vita. Grazie per avermi dimostrato che in questo Paese le eccellenze ci sono. Avete un’amica in più. Non so se mi ricorderete: io sicuramente vi porterò nel cuore” ha concluso la donna, finalmente guarita dal Covid.