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Covid, Ilaria Capua: "Non tutti i virus provocano pandemia"

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La virologa Ilaria Capua ha spiegato perché i virus antecedenti al Covid non hanno causato una pandemia.

La virologa Ilaria Capua, sulle pagine del Corriere della Sera, ha spiegato perché i virus antecedenti al Covid non hanno causato una pandemia. “Sembra incomprensibile – inizia -, ma i virus pre-pandemici non creerebbero né pandemie né epidemie se solo li lasciassimo nei loro ecosistemi ed equilibri naturali. Insomma, potrei sintetizzare che i virus pre-pandemici hanno un loro ‘potenziale pandemico’ che è molto legato alla loro via di trasmissione e alla loro contagiosità”. Questo fattore viene chiamato dalla virologa “fattore virus“.

Covid, perché è scoppiata la pandemia

“Il ‘fattore virus‘ non è l’unico elemento dell’incendio pandemico ma ne è la componente unica e insostituibile – continua Capua -. Sono certa che più e più volte in questi anni si siano create condizioni analoghe per l’emergenza di un coronavirus pandemico ma che sempre, fino al 2020, moltissimi di questi si siano estinti mentre altri come Sars, Mers, influenza Aviaria, influenza Suina, Ebola e Zika sono state tenute più o meno sotto controllo nel giro di qualche mese”.

E ancora: “Molto spesso sono proprio gli esseri umani che creano le condizioni affinché queste emergenze sanitarie si possano controllare oppure esplodano e abbiano poi delle ramificazioni di grande impatto”. “La pandemia del 2020 – dichiara la virologa – ci informa che la sua evoluzione è particolarmente dipendente dal comportamento dei singoli individui e dai sistemi in cui gli individui operano. È indubbio che la diffusione accelerata in tutto il globo terracqueo sia avvenuta grazie alla movimentazione di persone infette sia a livello internazionale, che nazionale e locale fino a livello di frazione del più piccolo comune”. Ilaria Capua chiama questo fattore ‘fattore individuo‘. Questo “comprende oltre alle caratteristiche dell’individuo stesso e la sua recettività personale all’infezione anche per esempio la sua mobilità”.