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Covid, Crisanti: “A dicembre addio mascherine, si deve ottenere immunità di gregge”

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Andrea Crisanti ha delineato i prossimi obiettivi della lotta contro il Covid-19 tramite il vaccino.

Andrea Crisanti ha stilato un calendario della lotta alla pandemia di Covid-19. Il noto microbiologo stima che entro la fine del prossimo anno, grazie alla somministrazione di massa delle dosi di vaccino, sarà possibile dire addio alle mascherine. L’obiettivo è di realizzare al più presto l’immunità di gregge.

Le previsioni di Crisanti

Senza intoppi sul vaccino, le mascherine le toglieremo il prossimo dicembre. Fra un anno raggiungeremo l’immunità di gregge. In giugno forse la metà della popolazione sarà immune“, queste le previsioni di Andrea Crisanti. Il microbiologo ne ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera.

E aggiunge: “Tutto dipende dall’R0. Con un R0 tra il 2,6 e il 3 com’è oggi, per raggiungerla basterebbe il 70-73% di popolazione immunizzata. Ma esiste la variante inglese che ha un R0 superiore, fra 3,6 e 4, e alza la soglia all′80-85%. Ed è inevitabile che la variante si diffonda, proprio per il suo R0 molto alto“.

I ritardi nel vaccino

L’augurio è che non ci siano ulteriori ritardi nella somministrazione delle dosi. “Il vaccino della Pfizer ha dei problemi logistici importanti per via della catena dell’ultrafreddo, che è difficile assicurare in maniera capillare sul territorio. L’Italia ha poi puntato moltissimo su AstraZeneca che ha subito un rallentamento per errori di sperimentazione. In Germania evidentemente si sono attrezzati fin dall’inizio“, ha spiegato Crisanti.

Il vaccino Oxford-AstraZeneca, però, attende ancora il via libera dell’Ema. “È un segnale di serietà, anche se spiace avere un vaccino in ritardo. Può succedere. In ogni caso mi sembra rassicurante il fatto che abbiano ammesso l’errore in modo trasparente. Facendo un investimento in logistica importante si accelererà il processo in futuro“.

Che il Pfizer richiedesse la catena dell’ultrafreddo non l’abbiamo scoperto un mese fa. Il vero problema dell’Italia è che non si riescono a prevedere e programmare le cose. Anche se bisogna riconoscere che una scelta è stata oculata: l’investimento su più vaccini, capace di ridurre i rischi d’intoppo che è normale attendersi. In tutto questo va detto che l’Europa ha giocato un ruolo importante. Senza la Comunità – conclude – oggi il nostro Paese sarebbe al tappeto“.