“Abbiamo avuto più vittime di ogni altro paese d’Europa – ha detto il noto giornalista Enrico Mentana tramite un post su Facebook -. Abbiamo così poco imparato la lezione della prima ondata che i numeri della seconda sono stati addirittura peggiori”. “Eppure – continua – siamo stati l’unico paese ad aver chiuso ermeticamente le scuole, con la foglia di fico della didattica a distanza, pur essendo i meno digitalizzati del continente. Gli studenti universitari non entrano in ateneo da dieci mesi, come buona parte dei liceali”.
Covid, Mentana: “Non abbiamo futuro”
Enrico Mentana poi prosegue: “Tra quattro giorni infine i portoni dovrebbero riaprire, come annunciato solennemente da più di un mese: ma già esperti sanitari, presidi e regioni dicono che si rischia, per i nebulosi orari a scacchiera e per il caos dei trasporti locali”. I vaccini, infatti, stanno venendo distribuiti proprio in questi giorni, ma i bambini e gli studenti saranno tra gli ultimi che avranno il diritto di riceverlo. Secondo il piando distribuzione, prima si completerà la vaccinazione di tutti i componenti dell’apparato sanitario, i più esposti alla malattia, poi alle categorie a rischio, come gli anziani.
Qualcosa che a Mentana però non deve proprio andare giù completamente: “Pensateci: quella dell’istruzione è la principale “industria” del paese. Tutte le altre nel corso dei mesi sono state riaperte e messe in condizione di produrre. La scuola no“.
“Stiamo facendo centinaia di miliardi di debito che i giovani di oggi dovranno restituire – conclude il giornalista -. Non un capitolo del progetto di Recovery Fund riguarda il sostegno all’occupazione giovanile; la lesione plateale del diritto allo studio e della sua dignità costituisce il terzo indizio, e per dirla con Agatha Christie fa prova. Un paese che non si cura del futuro non ha futuro“.