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Covid, cambiamenti per il sistema dei colori: ok a parametri più duri

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Con la fine delle festività arriveranno cambiamenti nel sistema a colori usato per determinare il rischio epidemiologico: previsti parametri più duri.

Il prossimo 7 gennaio tornerà in Italia il sistema dei colori per determinare l’assegnazione delle zone di rischio epidemiologico nelle varie regioni, ma alla luce delle criticità emerse prima delle festività natalizie questa volta avrà parametri più rigidi. Il presupposto sul quale si baserà la nuova modalità sarà quello di riuscire a intervenire quando la situazione delle singole regioni può essere ancora gestibile, evitando in questo modo di farle finire repentinamente nella zona arancione o in quella rossa.

Covid, cambia il sistema dei colori

Secondo gli esperti del ministero della Salute infatti l’attuale metodologia può risultare poco efficace, in quanto l’aver fissato il limite dell’indice Rt per l’ingresso nella zona arancione a 1,25 e quello per la zona rossa a 1,50 rischia di comportare seri ritardi negli interventi di contenimento dei contagi. Il prossimo venerdì 8 gennaio si dovrà riunire la cabina di regia per stabilire i muovi parametri, anche se negli scorsi giorni le Regioni hanno chiesto all’Iss e al governo una revisione di questi ultimi su aspetti come quello dei tamponi rapidi.

E quello dei tamponi sarà proprio uno dei nodi che la cabina di regia dovrà sciogliere, dato che attualmente la valutazione del tasso di positività non tiene conto dei cosiddetti tamponi rapidi, cioè quelli purtroppo meno attendibili tra tutti gli strumenti di rilevazione dei virus nonostante regioni come Lazio e Veneto ne facciamo largo uso tra la popolazione (si parla rispettivamente di 40mila e 60mila tamponi rapidi quotidiani). La soluzione in questo senso sarebbe quella di inserire i dati dei tamponi rapidi all’interno del bollettino diramato giornalmente dal ministero della Salute.

Quale scenario il 7 gennaio?

Con la fine delle festività tutte le regioni dovrebbero per il momento ripartire dalla zona gialla, anche se con il recente andamento crescente dell’epidemia sono diversi i territori tenuti sotto osservazione da parte delle autorità sanitarie. Nonostante l’aumento dei ricoveri, al momento il Lazio non dovrebbe diventare arancione, mentre regioni come Calabria, Puglia, Liguria e Veneto rimangono sorvegliate speciali, con quest’ultima che continua purtroppo a registrare un elevato incremento dei nuovi contagi. Fuori pericolo invece l’Abruzzo, ultima regione ad uscire dalla zona arancione.