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Rider picchiato a Napoli: "Dolori dappertutto, ora voglio lavoro vero"

Rider picchiato Napoli Gianni

Il rider picchiato a Napoli da un branco di sei ragazzi ha raccontato i dettagli dell'accaduto e ringraziato i cittadini per la gara di solidarietà.

Dopo essere stato picchiato a Napoli mentre stava svolgendo il suo lavoro da rider nella serata di sabato 2 gennaio 2021, Gianni ha raccontato alla stampa i dettagli di quanto subito dicendosi, nonostante tutto, dispiaciuto per i ragazzi che lo hanno aggredito: “Erano dei ragazzini per quanto ho potuto vedere, mi sono chiesto perché fanno del male al prossimo“.

Parla il rider picchiato a Napoli

L’uomo, 50 anni, ha spiegato che durante l’aggressione ha cercato con tutte le forze di salvaguardare il suo mezzo ma il branco composto da sei persone è riuscito a sottrarglielo. Di qui il suo appello a tutti coloro che svolgono il suo lavoro: “Usate un motorino vecchio perché purtroppo con quelli nuovi non si può vivere liberamente“.

In quel momento, ha spiegato, avrebbe voluto ribellarsi e difendere ciò che era suo, mentre dopo aver visto le immagini del pestaggio ha pensato: “Perché fanno così? Fare male al prossimo è una brutta cosa, quanta crudeltà“. Ora, a distanza di due giorni dall’aggressione, Gianni è ancora dolorante sia fisicamente che psicologicamente. Sia per i calci e i pugni subiti, che gli hanno fatto avere “dolori dappertutto“, sia perché la moglie e i figli sono impauriti.

Dopo aver ringraziato tutti i napoletani di buon cuore che, essendosi commossi vedendo la scena, gli hanno mostrato la propria solidarietà in modo concreto (in breve tempo hanno raccolto 11 mila euro per ricomprare il suo scooter), ha espresso il desiderio di avere un lavoro stabile. Prima di diventare rider faceva infatti il macellaio ma ha perso il lavoro: “Voglio pagare le tasse e versare i contributi, in questo periodo avrei bisogno di un lavoro fisso“.